Shanghai, tra gogne e meraviglie
Dopo anni di preparazione si è finalmente aperto l’immenso sipario sul World Expo di Shangai. Alla manifestazione che resterà aperta fino al 31 ottobre, partecipano 192 nazioni che sono state in grado di presentare un poderoso concentrato di investimenti e novità tecnologiche e produttive esposte in stand avveniristici e grandi padiglioni. Quella di Shanghai è l’Expo più costosa della storia, distribuita su oltre 5 km quadrati di superficie, con una spesa totale intorno ai 40 miliardi di euro. La cerimonia di apertura, con la precisione cronometrica dei balletti, degli effetti speciali video e laser, ha dimostrato a soli due anni dalle Olimpiadi l’alto grado di perfezione della Cina, in particolare stato di grazia proprio nel momento in cui tutto l’ Occidente mostra evidenti segni di stanchezza politica ed economica. Eppure vi è un’altra faccia di Shanghai di cui si parla poco. Pochi sanno che l’esercito di migranti cinesi che hanno costruito per anni il superbo skyline della metropoli e i padiglioni della Fiera sono stati obbligati, per questo appuntamento, a stare fuori dalla città. “Potrebbero offendere” viste le loro miserevoli condizioni “l’immagine stessa della Cina”. Il governo nel frattempo ha lanciato una campagna preventiva di arresti ed espulsioni forzate. Per garantire la sicurezza vi sono controlli simili a quelli attuati durante le Olimpiadi: militari, polizia e “volontari” dappertutto. Nelle scorse settimane sono state arrestate 6402 persone. Nella sola Municipalità di Shanghai vi sono almeno 25 campi Laogai dove i detenuti sono costretti al lavoro forzato, soprattutto per l’export. Fra questi la Shanghai Municipal Women RTL dove centinaia di giovani detenute fabbricano bambole che vengono esportate in Italia. Il basso costo della manodopera cinese, malpagata o costretta al lavoro forzato, induce banche ed imprese internazionali a produrre e investire nel paese asiatico. Variabile di mercato quest’ultima che fa aumentare il numero dei fallimenti e delle imprese che chiudono in tutto l’Occidente. Quando parliamo di World Expo di Shangai e di Repubblica Popolare Cinese dunque sarebbe forse il caso di guardare in maniera meno eccitata ed entusiastica anche a questo drammatico risvolto del meraviglioso Expo.
Toni Brandi, 11 maggio 2010
Questo articolo è apparso sulle pagine nazionali di E Polis:
Shangai, tra gogne e meraviglie_ E Polis
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