La Cina rafforza il controllo sulle religioni
La Cina ha pubblicato nuove norme che disciplinano la libertà religiosa, presentate come finalizzate al rafforzamento della sicurezza nazionale, a limitare le pratiche non riconosciute dallo stato e a “bloccare l’estremismo”.
Il Partito Comunista (CCP) al potere sta combattendo l’emergere di qualsiasi movimento organizzato che sia al di fuori del suo controllo. Le religioni - incluso l’islam e il cristianesimo - sono incluse e sono già strettamente monitorate dalle autorità.
Le nuove regole pubblicate giovedì dal governo vietano in particolare di accettare donazioni provenienti dall’estero e prevedono ammende fino a 300.000 yuan (39.000 euro) in caso di organizzazione di eventi non autorizzati.
Anche l’apertura di scuole confessionali sarà soggetta a condizioni più rigide.
Queste misure entreranno in vigore il 1 ° febbraio 2018.
Sono finalizzati a “bloccare l’estremismo” e “contrastare le infiltrazioni”, secondo una copia delle nuove norme, pubblicata sul sito ufficiale del governo.
“Le organizzazioni o gli individui non possono utilizzare la religione per svolgere attività illegali, mettendo in pericolo la sicurezza nazionale o minare la stabilità sociale”, recita il testo.
La Cina dice regolarmente di affrontare una crescente minaccia da parte di sette e dell’Islam radicale.
Le autorità sono particolarmente preoccupate per la situazione nella regione nord-occidentale dello Xinjiang, che ospita molti musulmani. Negli ultimi anni ci sono degli attentati che hanno causato decine di morti e Pechino è allarmata dai presunti legami tra militanti separatisti e gruppi jihadisti internazionali.
Le autorità locali hanno annunciato a marzo che avrebbero vietato il velo integrale. Impongono anche severe restrizioni all’emissione di passaporti, scoraggiano l’istruzione religiosa per i bambini o il digiuno nel periodo del Ramadan ai funzionari e agli studenti.
La Costituzione cinese riconosce la “libertà di fede religiosa” - vale a dire credere in una religione - ma non la “libertà religiosa”, se si guarda più ampiamente.
Un rapporto annuale del Dipartimento di Stato statunitense di agosto ha assicurato che nel 2016 il governo cinese “ha fisicamente aggredito, arrestato, torturato, condannato o malmenato membri di gruppi religiosi registrati e non registrati”.
La Cina ha respinto le critiche statunitensi, dicendo che “non tiene conto della realtà”.
Traduzione di Andrea Sinnove, LRF Italia Onlus
Fonte: Epoch Times, 8 settembre 2017
Article français: Epoch Times, La Chine renforce son contrôle sur les religions
English article: Amnesty International,Why China must scrap new laws that tighten the authorities’ grip on religious practice
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