La Cina schiera forze di sicurezza per impedire ai tibetani di protestare contro il progetto di deviazione dell’acqua [video]

Dal 10 luglio, quando gli abitanti del villaggio tibetano della zona si sono riuniti per protestare contro un progetto di deviazione dell’acqua del fiume Chakchu (noto anche come “Drampa”), le forze di sicurezza cinesi sono state schierate a Chumar, prefettura di Tsoshar, nella provincia del Qinghai.

Il gruppo tibetano di Dharamshala per i diritti umani e la democrazia, in un rapporto pubblicato il 20 luglio, ha affermato che le comunità agricole nei villaggi di Traseng, Dro, Gonpo Gyu, Achok e Adhey che traggono risorse dal fiume, temono che il progetto di deviazione del corso dell’acqua causerà scarsità per l’irrigazione e che il loro bestiame non avrà più scorte sufficienti di acqua ed erba.

Il progetto è partito all’inizio del mese con attrezzature per il movimento della terra, con bulldozer per la messa in opera di canali per deviare il fiume dai villaggi tibetani.

Il TCHRD dichiara che le autorità cinesi non hanno indetto nessuna assemblea popolare degli abitanti dei villaggi del luogo né hanno ottenuto alcun consenso da parte degli stessi, e non è stato corrisposto nessun compenso ai tibetani locali. La totale oscurità sul fatto, ha fatto nascere speculazioni tra i residenti del luogo. L’acqua viene deviata a beneficio delle terre coltivate della comunità Hui (musulmana cinese) che da tempo detiene posizioni chiave del governo e del partito nell’area o ad altri progetti di sviluppo come miniere o dighe.

In un video clip del sito del progetto, i bulldozer operano nei pressi di un enorme striscione rosso nel quale si legge: “Gestire le risorse idriche in conformità alla legge, assistere l’amministrazione in conformità alla legge”. Lo slogan tuttavia è un “velato avvertimento agli agricoltori che ogni opposizione al progetto sarà punito “in conformità con la legge”.

Progetti incoscienti come questi e così come molti altri sull’altopiano tibetano continuano a essere gestiti dalla Cina, mentre si atteggiano a rispettare, nei loro libri bianchi, una norma di coscienza ambientale nei confronti della comunità internazionale. Il ricercatore dell’Istituto per la politica tibetana Zamlha Tempa Gyaltsen in riferimento all’ultimo rapporto del libro bianco presentato dalla Cina, dichiara:

Il progresso ecologico sull’altopiano del Qinghai, dichiarato nel documento è una “bugia spudorata”. E’ piena di troppe bugie e errori sulla realtà dei fatti e contraddizioni politiche e di realizzazione.

Da quando Xi Jinping è diventato presidente, ci sono stati sforzi positivi per la protezione dell’ambiente in Cina e in Tibet. Ma la mancanza di una conoscenza sulle problematiche ambientali, sul rispetto per l’ambiente e il sincero desiderio di protezione ambientale tra i funzionari cinesi hanno portato a varie contraddizioni e confronti. Di conseguenza, i progetti di conservazione ambientale dei vari governi locali cinesi in Tibet spesso finiscono per danneggiare ulteriormente l’ambiente locale e distruggere il sostentamento delle persone.

Traduzione Laogai Research Foundation Italia Onlus


Fonte: Phayul, 21/luglio/2018

English version, Phayul: River diverted from Tibetan villages in Amdo, villagers intimidated

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