La Cina si sta organizzando per bloccare i VPN di Internet dal 2018

La Cina bloccherà completamente l’accesso a gran parte dell’intera rete globale come parte di un più ampio inasprimento dei controlli che mirano a sopprimere il dissenso e mantenere la presa sul potere da parte del Partito comunista.

Il governo ha ordinato alle tre società di telecomunicazioni cinesi di bloccare completamente l’accesso a reti private virtuali, o VPN, entro febbraio 2018, ha riferito Bloomberg News, citando fonti anonime. I tre fornitori di Internet, China Mobile, China Unicom e China Telecom, sono tutti di proprietà statale.

La Cina opera il più grande sistema di censura Internet al mondo, bloccando l’accesso a migliaia di siti web, tra cui Google, Facebook, Twitter e Instagram. I controlli su Internet significano anche che notizie e commenti critici sul Partito comunista al potere, e informazioni su eventi come il massacro di Piazza Tiananmen del 1989, sono quasi impossibili da trovare all’interno della Cina.

Eppure milioni di cittadini cinesi eludono il sistema di censura cinese, conosciuto come il Grande Firewall, utilizzando un VPN, che consente libero accesso a qualsiasi sito web.

L’ultima direttiva arriva mentre la Cina si prepara per una riunione politica a Pechino alla fine del 2017, che avviene due volte a decennio, con varie fazioni all’interno del governo che si scontrano per il comando, in ogni potenziale riorganizzazione dei vertici. Segue a ruota i 14 mesi di “pulizia” dei servizi internet annunciati a gennaio, parte della campagna pressante del presidente Xi Jinping per la cosiddetta “sovranità di internet”.

“Questa è una forma significativa di incremento del controllo di Internet e mostra che c’è un’urgenza e una disperazione senza precedenti ai vertici di governo”, ha dichiarato Xiao Qiang, professore che si occupa della censura in Cina presso l’Università della California di Berkeley. “Tutto ciò riguarda chiaramente i livelli più alti di lotta politica e le diverse fazioni usano internet come loro campo di battaglia”.

“Se gli oppositori di Xi non possono rilasciare informazioni all’interno della Cina a causa dell’apparato censore, lo fanno fuori dalla Cina e poi le informazioni ritornano indietro”.

Xiao ha fatto riferimento alle recenti crepe nel Grande Firewall, incluse le accuse di corruzione messe in atto da un imprenditore cinese di New York che sono riuscite a circolare ampiamente all’interno della Cina. Le rivendicazioni, molte non verificate, sono state considerate dannose per il capo garante della corruzione del paese e uno dei più stretti alleati di Xi.

Nei prossimi mesi Xiao aveva previsto che le autorità avrebbero intensificato la repressione su Internet: “Ci sono sempre stati controlli, ma questo sarà di un altro livello”.

Il divieto di VPN potrebbe anche danneggiare accademici, sviluppatori di software e imprese straniere. Da anni i ricercatori cinesi si sono lamentati di non avere accesso adeguato alle riviste e ai metodi d’oltremare per comunicare con le università di tutto il mondo, mentre gli sviluppatori si affidano a codici ospitati su siti web al di fuori della Cina.

Le imprese estere in Cina spesso utilizzano VPN per proteggere i propri dati aziendali o comunicare con le sedi centrali. Non è chiaro se il divieto riguarderà i VPN aziendali.

“Questo è ridicolo. Se fossero interessati alla sicurezza e alla stabilità come dicono, allora devono lasciare i VPN accessibili”, ha dichiarato Kaiser Kuo, ex capo delle comunicazioni internazionali presso il gigante tecnologico cinese Baidu, in un post online.

“Il numero di persone che li usano in Cina è veramente piccolo, ma decisamente comunicativo - e non credo che accetteranno tutto ciò senza fiatare. Si rifletterà in malo modo sul partito. Si prospettano giorni scuri”.

All’inizio del mese un famoso VPN cinese è stato costretto a chiudere dopo aver “ricevuto un avviso dai reparti di regolamentazione”.

La Cina ha istituito i divieti sui VPN e altri metodi per aggirare la censura in passato, soprattutto durante gli incontri governativi di alto livello a Pechino. Resta da vedere se quest’ultima direttiva diventerà permanente.

Traduzione Andrea Sinnove, LRF Italia Onlus


Fonte: The Guardian, 11 luglio 2017

English article: The Guardian, China moves to block internet VPNs from 2018

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