La mostra sui laogai a Lodi
L’Associazione “Lodi Protagonista, la Nostra Destra nel PdL” intende mantenere viva e vigile l’attenzione dell’opinione pubblica lodigiana riguardo la questione dei diritti umani in Cina. Per questo, dal 20 al 27 aprile, presso il Chiostro del Palazzo della Provincia di Lodi, sarà presente una mostra di 25 pannelli, fornita dalla Laogai Research Foundation Italia (www.laogai.it) che spiega e illustra quale sia la realtà cinese e in che condizioni vivono i prigionieri politici e non. Attualmente vediamo il Governo Monti impegnatissimo nell’intrattenere i rapporti con il Dragone (e quindi con il Partito Comunista Cinese): mentre i media mondiali cercano di orientare l’opinione pubblica verso la benevolenza nei confronti di una dittatura che opprime quasi un miliardo e mezzo di persone, mentre la nostra economia viene distrutta dalla concorrenza sleale dei laogai e tutti i principi occidentali (la libertà e la sacralità dell’individuo) vengono abiurati in nome degli affari, la violenza in Cina non diminuisce. Nel momento in cui acquistiamo un prodotto “Made in China”, acquistiamo un prodotto “Made in Prison”: il 90% di quanto viene prodotto in Cina proviene infatti dal sangue e dal sudore di oltre mille laogai, vere e proprie fabbriche-lager, dove sono rinchiusi milioni di prigionieri politici al regime comunista cinese costretti a lavorare anche 15-16 ore al giorno in condizioni disumane. L’economia cinese basa la propria forza sul sistema dei laogai, ecco perché cresce così rapidamente: con costo della manodopera zero e mancato rispetto delle normative sull’ambiente e della sicurezza sul lavoro, i cinesi producono a prezzi bassissimi (ma, spesso, fabbricano merci pericolose per la salute, vedi il recente episodio dei giocattoli tossici rigorosamente Made in China, smerciati in Europa e poi ritirati dal mercato). Ma la violenza cinese non si limita al lavoro forzato dei laogai: dobbiamo sempre tenere presente che i condannati a morte nei laogai cinesi sono migliaia ogni anno, e dai corpi vengono espiantati e venduti gli organi, alimentando così il traffico mondiale illegale degli organi. Gli aborti forzati sono all’ordine del giorno, per ottemperare alla politica del figlio unico. In Tibet ormai i monaci buddhisti trovano come unica via di scampo dall’oppressione il suicidio, dandosi fuoco platealmente per le strade, come fece Jan Palach per urlare la sua rabbia contro i sovietici. Le minoranze religiose cattoliche, buddhiste o mussulmane che siano, sono bistrattate e messe a tacere, così come le minoranze etniche. Giusto per citare l’ultimo episodio, il 6 aprile 2012, duemila persone sono state arrestate perché hanno osato celebrare la “pulizia delle tombe”, una ricorrenza legata al culto dei morti, nella loro religione tradizionale. Tutto ciò non viene scritto sui nostri giornali, come non viene scritto che 10 mila persone si sono appena scontrate con la polizia di regime, per ribellarsi all’ennesima coercizione.
Auspichiamo una partecipazione numerosa della cittadinanza alla nostra mostra.
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Fonte: Associazione “Lodi Protagonista” (www.lodiprotagonista.com).
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