‘La Nord Corea è l’inferno’ dice un rifugiato; ecco cosa facevano ai detenuti
I detenuti erano usati come ‘sacchi da box’, ecco il terribile racconto di un rifugiato politico.
Dopo il racconto della donna yazida, ridotta in schiavitù dall’ISIS [VIDEO] (Islamic State of Iraq and Syria), è stata diffusa in rete la storia di Choi Kwanghyuk, un uomo nordcoreano di 55 anni, che è stato perseguitato dal regime di Kim Jong-Un. Andiamo a scoprire che cosa ha dovuto patire l’uomo e apprendiamo come sia riuscito a scappare dalla #Corea del nord, un paese che attualmente è stato pesantemente sanzionato dalle Nazioni Unite (UN), per non aver rispettato le richieste di porre fine ai propri test balistici, che hanno perfino cambiato la conformazione geofisica del territorio di Punggye-ri [VIDEO]. Andiamo a vedere nel dettaglio la notizia.
Choi Kwanghyuk era ricercato dal governo nordcoreano, reo di aver professato la fede cristiana. Kwanghyuk ha raccontato a Fox News che lui e i suoi compagni non potevano “alzare la voce durante un servizio religioso oppure cantare durante una celebrazione”, poiché li avrebbero potuti sentire. L’uomo ha affermato che faceva parte di un gruppo cristiano clandestino, a cui avevano aderito circa 9 persone, che non potevano predicare il cristianesimo poiché, se fossero stati scoperti, sarebbero stati condannati a morte. Nel 2008 Choi fu scoperto ed arrestato. Fu torturato brutalmente ma non confessò mai di essere cristiano.
Il Campo 22
Choi Kwanghyuk doveva essere trasferito al Campo 22, un campo di concentramento dove i detenuti sono costretti ai lavori forzati ed eventualmente torturati.
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