La polizia segreta cinese recluta gli studenti come agenti per spiare gli attivisti all’estero

La polizia di sicurezza statale cinese sta reclutando rappresentanti, alcuni dei quali “talpe” a lungo termine, tra gli oltre mezzo milione di studenti che studiano all’estero.

Lo studente cinese Suleiman Gu

Secondo alcuni attivisti di oltremare la polizia segreta è particolarmente impegnata ad infiltrarsi nei gruppi di dissidenti cinesi oltremare, come quelli che lottano per la democrazia nel loro paese d’origine, o tra gli emigrati di minoranze etniche come i tibetani e gli uiguri.

L’attivista per i diritti della Georgia University, Suleiman Gu, ha detto a RFA di essere stato recentemente chiamato dalla polizia di sicurezza dello stato e di aver tentato di reclutarlo.

Secondo lo studente, l’appartenente alle forze segrete cinesi gli avrebbe riferito che se avesse collaborato non sarebbe stato rinchiuso in una prigione al suo rientro in Cina. Dato che è molto attivo in questo contesto sta avendo un impatto negativo sul paese e sul governo ed è dunque una persona da tenere sotto sorveglianza.

L’ufficiale del governo continua: “siamo interessati al miliardario cinese in esilio Guo Wengui e desideriamo essere messi al corrente se il tuo gruppo è in qualche modo coinvolto nelle attività pro-democrazia per la Cina negli Stati Uniti, quante persone sono coinvolte, quale sia la situazione attuale, in cosa consistono solitamente i loro eventi”.

“Se tu fossi in grado di inviare tali informazioni, tramite il sottoscritto, faresti la tua parte per migliorare la vita della maggior parte delle persone”.

Famiglie, amici molestati

Gu ha detto che alcuni dei suoi compagni di studio hanno ricevuto telefonate simili. Nel frattempo, la polizia segreta ha anche molestato in maniera petulante i suoi parenti in Cina.

“La polizia segreta ha molestato la mia famiglia e gli amici in molte occasioni, con intimidazioni, dicendo che hanno una lista nera di tutti i giovani dissidenti che studiano all’estero e che io sono nella lista delle persone accusate di incitamento alla sovversione del potere dello stato fuori dalla Cina”.

Gu, il cui nome è apparso in campagne indirizzate al presidente cinese Xi Jinping, ha detto di essere stato contattato dall’ufficiale di polizia di sicurezza dello Stato, Xu Yongquan e che si è dimostrato molto amichevole e che gli avrebbe suggerito di scrivere un rapporto segreto. “Ma non mi fido di questo poliziotto, credo che tutto questo faccia parte di un loro piano di reclutamento e di un tentativo di dissuadermi nel continuare su questa via”.

“Penso che chiunque abbia firmato la lettera aperta a Xi Jinping stia correndo un rischio enorme in questo momento”.

Venerdi, durante l’orario di ufficio, sono state effettuate ripetute chiamate al cellulare dell’ufficiale Xu Yongquan ma non hanno avuto risposta.

Wu Lebao, un altro studente della Georgia University, ha riferito a RFA che anche lui ed alcuni suoi amici, comprese le loro famiglie, hanno ricevuto telefonate simili.

“Mi hanno tormentato ripetutamente e mi hanno chiesto di fornire loro informazioni sulle attività degli attivisti e dei dissidenti della democrazia all’estero. Questo è un requisito essenziale per un rientro in Cina e per poter riabbracciare i famigliari. Questa la considero una costrizione”.

Inseguimento implacabile

Chen Yonglin, un ex diplomatico che disertò dal consolato cinese a Sydney nel 2005, disse che il Partito Comunista Cinese che è al governo è implacabile nel perseguire i suoi critici oltre i suoi confini.

“Quando lavoravo al consolato cinese, erano molto preoccupati per l’atteggiamento degli studenti cinesi all’estero. Il governo cinese sta sicuramente tentando di arruolarli per far da spia al partito, usando un duplice approccio di minacce e profitto”.

“Da un lato minacciano e fanno pressione su di loro, e dall’altro dicono che il partito ricompenserà coloro che collaborano”. Il Partito Comunista Cinese ha investito enormi quantità di denaro nelle sue reti di infiltrazione”.

Secondo Freedom House che conduce attività di ricerca e sensibilizzazione su democrazia, libertà politiche e diritti umani in una recente relazione ha affermato che, l’amministrazione del presidente Xi è diventata “sempre più repressiva”, con controlli sempre più stringenti sui media, sui dialoghi online, sui gruppi religiosi e la società civile.

Ha detto che la “nuova era” di Xi porterà ulteriori incrementi nei controlli dei partiti su informazione, società, cultura, esercito ed economia, aggiungendo che l’enfasi del presidente su un crescente ruolo internazionale per la Cina significa la probabile esportazione di ideologia autoritaria ad altri paesi in via di sviluppo.

Lo scorso novembre, gli editori Allen & Unwin hanno ritirato un libro che esponeva le attività del Partito Comunista Cinese in Australia subito dopo la sua pubblicazione. Il suo autore, Professor Clive Hamilton della Charles Sturt University, ha detto che prevede di pubblicarlo altrove.

Il libro, intitolato Silent Invasion, parla di come la Cina sta trasformando l’Australia in uno stato fantoccio, descrive in dettaglio gli sforzi ovattati e talvolta clandestini degli agenti del Partito Comunista Cinese all’interno dei confini australiani e come influenzano l’opinione pubblica.

Radio Free Asia, 30/01/2018

Traduzione Laogai Research Foundation Italia Onlus: “L’altra Cina: in ricordo di Harry Wu”


English article, RFA:

China’s Secret Police ‘Recruit Students as Agents’ to Spy on Activists Overseas

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