La risposta insufficiente della Cina al “Reciprocal Access to Tibet Act”
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I due principali sponsor del “Reciprocal Access to Tibet Act” hanno sfidato il governo cinese a mostrare attraverso azioni concrete l’apertura del Tibet al mondo esterno. Jim McGovern, membro della Camera dei Rappresentanti e il senatore federale Marco Rubio, hanno così reagito ai rapporti dei media statali cinesi sulla presunta svolta in materia di accesso al Tibet, un paese storicamente indipendente che la Cina ha occupato per 70 anni.
Un rapporto del China Daily del 10 gennaio 2019 afferma: “i turisti d’oltremare troveranno più facile e più veloce richiedere un permesso di viaggio in Tibet quest’anno, poiché il governo regionale ha compiuto sforzi per promuovere il turismo”.
In risposta, il Sen. Rubio ha twittato l’11 gennaio 2019: “sembra che la legge sul “Reciprocal Access to Tibet Act” abbia attirato l’attenzione del governo cinese. Il tempo dirà se apriranno il Tibet smettendo di reprimere brutalmente il popolo tibetano”.
The Tom Lantos Human Rights Commission, di cui McGovern è una presidente, ha dichiarato in un tweet dell’11 gennaio 2019: “il ‘Reciprocal Access to Tibet Act’ ha chiaramente attirato l’attenzione della Cina: dopo la nuova legge degli Stati Uniti, la Cina prevede di rilasciare permessi più rapidi agli stranieri per visitare il Tibet”.
Il 19 dicembre 2018, il presidente Trump ha firmato la legge sul “Reciprocal Access to Tibet Act”, che impone al Dipartimento di Stato di negare o revocare visti statunitensi ai funzionari cinesi che sono responsabili di tenere giornalisti, diplomatici e cittadini americani fuori dal Tibet.
Uno degli obiettivi del RATA è quello di facilitare l’ingresso di funzionari e giornalisti americani in Tibet, affinché possano riferire sulla situazione del popolo tibetano.
Come osserva il testo della legge, gli Stati Uniti “hanno presentato 39 richieste di accesso diplomatico alla Regione autonoma del Tibet tra maggio 2011 e luglio 2015, ma solo quattro sono state concesse”.
Allo stesso modo, con l’eccezione di alcuni viaggi altamente controllati, le autorità cinesi hanno ripetutamente negato le richieste di giornalisti americani di visitare il Tibet.
Il RATA afferma che “gli americani tibetani, che tentano di visitare la loro patria, riferiscono di dover subire un processo discriminatorio di richiesta di visto, diverso da quello che è tipicamente richiesto presso l’ambasciata cinese e i consolati negli Stati Uniti e spesso trovano le loro richieste di viaggiare negate”.
La politica della Cina sull’accesso al Tibet sarà sottoposta all’esame del Congresso alla fine di marzo. Il RATA richiede che entro 90 giorni dalla sua promulgazione (che avverrà a marzo), “il Sottosegretario di Stato invii agli appropriati comitati del Congresso e renderà disponibile al pubblico sul sito web del Dipartimento di Stato, una relazione che includa una valutazione sul livello di accesso di diplomatici e altri funzionari, giornalisti e turisti dagli Stati Uniti alle aree tibetane”.
Traduzione a cura della Laogai Research Foundation
Fonte: International Campaign for Tibet, 12 gen 19
English article: China’s claims about easing Tibet travel are an insufficient response to Reciprocal Access to Tibet Act
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