Manifestante tibetano liberato dopo sette anni di duro carcere, testimonianza agghiacciante
Le autorità di un carcere della provincia sudoccidentale cinese del Sichuan hanno rilasciato mercoledi un manifestante tibetano Norbu Tsering arrestato sette anni fa per aver partecipato a una protesta contro il regime cinese.
Ai familiari e agli amici le autorità hanno imposto di non organizzare nessun tipo di festa di benvenuto nella sua città natale di Kardze
Un ex prigioniero politico che aveva condiviso la cella con lui e ora vive in esilio racconta a RFA che il 40enne Norbu era stato arrestato nel 2008 con altri 10 manifestanti il 18 marzo 2008 per aver partecipato ad una manifestazione di protesta nella sua città natale. Un uomo di costituzione robusta e sano, al momento del rilascio è apparso molto debole, dimagrito e si poteva notare lo stato cagionevole della sua salute.
Ci hanno brutalmente picchiato e torturati usando la “panca della tigre” una forma di tortura usata in Cina, legano strettamente mani e piedi in maniera tale da mantenere le gambe sollevate per un lungo periodo causando terribili sofferenze.
Stessa sorte capita a chiunque venga arrestato compreso i monaci che vengono arrestati senza motivi chiari.
All’inizio di questa settimana, le autorità hanno arrestato un Monaco di 43 anni del monastero di Labrang Tashikyil in Sangchu (nella foto)
Radio Free Asia,20/03/2015
English article,Radio Free Asia:
_______________________________________________________________________________________ La panca della tigre
Questo quadro ritrae una delle più crudeli torture della polizia cinese : “La Panca della Tigre”. Durante questa tortura i carcerieri legano strettamente le gambe della vittima alla panca usando delle cinghie. Poi mettono dei mattoni o degli altri oggetti duri sotto i piedi della vittima. Continuano ad aggiungere mattoni fino a quando le cinghie si spezzano. Le vittime subiscono un dolore lacerante e spesso durante queste torture spirano.
Spesso la vittima viene torturata contemporaneamente anche in un altro modo: ad esempio con dei bastoni elettrici, ammanettando le braccia dietro la schiena, bruciacchiandola con delle sigarette, inserendo dei bastoncini sotto le unghie, colpendo le costole con una penna appuntita, ferendo le guance con un cacciavite, schiaffeggiandola, schiacciando delle puntine da disegno nel viso e tirando uno spago fatto passare nella bocca a mo’ di redini (spesso la vittima non è più in grado di chiudere la bocca a causa delle ferite che gli angoli subiscono).
Laogai Research Foundation,21/03/2015
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