Mar cinese meridionale: Hanoi contro le proteste, arrestati 50 manifestanti anticinesi

La polizia vietnamita ha arrestato almeno 50 persone, riunite ieri nel centro di Hanoi per protestare contro le mire di Pechino nel Mar cinese meridionale. Gli attivisti e patrioti scesi in piazza – tra studenti, intellettuali e semplici cittadini – hanno lanciato per pochi minuti slogan e frasi contro il potente vicino, poi l’intervento delle forze dell’ordine ha disperso l’assembramento. La diatriba attorno alle isole potrebbe trasformarsi in una fonte di dissenso interno e causare proteste di più ampia portata, sulla falsariga della Primavera araba in Medio oriente e Nord Africa. Per questo il governo è intervenuto con decisione e conferma la politica di “tolleranza zero” contro le proteste pacifiche. Le autorità hanno infatti mantenuto quanto promesso nei giorni scorsi – attraverso le colonne del quotidiano Hanoi Moi vicino al partito comunista – arrestando il gruppo di manifestanti pacifici riunito nei pressi del lago Haon Kiem, nel centro della capitale. Nell’articolo venivano annunciate “tutte le misure necessarie” e l’utilizzo di “forze adatte allo scopo”, al fine di sedare le proteste che da due mesi animano le domeniche di Hanoi (è l’11ma protesta pubblica, dal 5 giugno scorso). Ieri i dimostranti si erano riuniti per contestare le mire espansionistiche di Pechino nel Mar cinese meridionale, in un’area da tempo teatro di tensioni fra Vietnam, Filippine e Cina. L’obiettivo è controllare le acque attorno alle isole Spratly e Paracel, pressoché disabitate ma caratterizzate da giacimenti, petrolio, materie prime e ricche di pescato. Pechino intende “impossessarsi” del’85% del territorio, invadendo porzioni di mare che appartengono ad altri Paesi fra cui Vietnam, Indonesia, Singapore e Filippine. La Cina ha definito il Mar cinese meridionale di “vitale interesse” a livello geografico, strategico ed economico e già in passato aveva imposto con la forza la propria presenza attorno agli atolli (1974 e 1988). Le proteste dei manifestanti vietnamiti sono durate poco più di sette minuti; le forze dell’ordine, coadiuvate da diversi agenti in borghese, hanno caricato gli attivisti a bordo di due bus con vetri oscurati. I fermati sarebbero almeno 50 e hanno continuato a lanciare slogan e canti anche a bordo dei veicoli, fra cui “Abbasso l’invasione cinese” e “Proteggiamo il Vietnam, la nostra terra madre”, difendiamo i “nostri patrioti” perché “Le isole Spratly e Paracel sono del Vietnam”. Il gruppo di dimostranti è formato da studenti, intellettuali, artisti, avvocati, scrittori e semplici cittadini. Uno di loro, presente alla manifestazione di ieri, ha spiegato che i vietnamiti “hanno vinto la paura” e protestano per “proteggere la nostra nazione”. Intanto non si hanno notizie di cinque pescatori vietnamiti, arrestati da una vedetta della marina cinese il 18 agosto. Il fermo è confermato anche dalle autorità della provincia di Qu?ng Bình e sarebbe avvenuto in acque al centro della contesa. La moglie del capitano del peschereccio, Nguy?n Van Th?nh, ha dichiarato alla stampa che è stato chiesto un “riscatto” di 6.250 dollari” per il rilascio, ma al momento “mio marito e il suo gruppo non sono stati ancora liberati”.

Fonte: Asia News, 22 agosto 2011

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