Ministro dell’informazione cinese visita il gruppo GMC-Adnkronos. Wang Chen: “Con Internet cresce la libertà di espressione
‘Lo sviluppo di internet in Cina ha promosso tangibilmente la liberta’ di espressione: in nessun paese del mondo si possono controllare 180 milioni di bloggers”. E’ quanto ha sottolineato il ministro dell’Informazione cinese Wang Chen (NDR in calce), in visita ufficiale al Palazzo dell’Informazione dove e’ stato accolto dal presidente del gruppo Gmc-Adnkronos Giuseppe Marra, in un forum con ADNKRONOS e AKI- ADNKRONOS INTERNATIONAL. In Cina secondo gli ultimi dati, sono arrivati a quota 350 milioni gli utenti della rete che conta gia’ 3 milioni di siti.
A pochi giorni dalla conclusione del World Media Summit, che ha riunito a Pechino 130 rappresentanti di giornali, agenzie e televisioni di tutto il mondo, il ministro, a Roma per il secondo forum dello sviluppo in Tibet in corso nella capitale, spiega che gli obiettivi del confronto sono stati pienamente centrati: ”Da parte cinese vi erano due desideri: sviluppare il settore dei media e potenziare la cooperazione con il resto del mondo. Entrambi sono stati raggiunti, sia sul fronte della conoscenza reciproca, sia su quello degli scambi”.
”In particolare -prosegue il ministro- ho visto diverse possibilita’ di integrazione: tra i media tradizionali con i nuovi, da una parte, tra i media di un paese con quelli di un altro, dall’altra: a quest’ultimo riguardo grazie in particolare alle nuove tecnologie. In questo contesto alcuni media, anche a causa della crisi economica, hanno trovato difficolta’ di sviluppo, altri vi hanno rinvenuto opportunita’ di progresso: personalmente ritengo sia necessario al piu’ presto adottare le nuove tecnologie e accettare tutte le possibilita’ ad esse connesse”.
Rispetto ad internet la politica del governo cinese, spiega ancora il ministro, ”e’ di apertura e di controllo del rispetto delle norme. Chiunque sia titolare di un blog -prosegue Wang Chen- puo’ presentare la pratica prevista per la registrazione” dopo di che puo’ andare in rete. ”In Cina ci sono milioni di utenti, i contenuti sono vari e noi auspichiamo un forte sviluppo”.
In Cina, sottolinea il ministro dell’informazione, ”la divulgazione delle tecnologie digitali ha promosso con successo la democrazia politica e anche la liberta’ d’espressione”, uno dei diritti questo che, sottolinea, il presidente della Repubblica popolare cinese Hu Jintao, proprio al recente vertice di Pechino, si e’ impegnato a tutelare. Quindi lo stretto legame tra la rete e la liberta’ di espressione in Cina e’ tangibile, dal momento che, osserva il ministro, ”nessuno puo’ controllare 180 milioni di blog”.
Cio’ detto, ha ragione chi, durante il Summit di Pechino, ha espresso perplessita’ sulla forma di controllo che i grandi gruppi editoriali possono esercitare anche sulla rete, un terreno che appare libero per definizione: ”Non a caso -osserva Wang Chen- si parla di divario digitale tra i paesi piu’ sviluppati e quelli in via di sviluppo: basta pensare che l’80% dei flussi di informazione sono in mano ad agenzie occidentali”. Quanto alla polemica sugli organi di informazione che fanno capo ai governi, in Cina, annuncia Wang Chen, ”il governo sta promuovendo la liberalizzazione delle agenzie di stampa e sono sempre piu’ quelle commerciali che aumentano il grado di concorrenza nel settore”.
Fonte: ADNKronos, 23 ottobre 2009
Nota di redazione: Ci chiediamo perchè il Ministro Wang Chen non fa allora liberare le decine di dissidenti che sono stati arrestati solo per aver criticato il regime sul web? Perchè vi sono trentamila web-policemen che controllano la rete con i sistemi di filtraggio forniti dalle multinazionali dell’internet? Perchè vi sono stati arresti ed una serie di filtri e di blocchi istituiti dalle autorità in occasione del sessantesimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese lo scorso primo ottobre? Perchè è stato anche recentemente censurato il manifesto per la libertà sul web in Cina?
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