Moglie denuncia pestaggio attivista cieco

L’ attivista cieco Chen Guangcheng e’ stato picchiato fino a perdere conoscenza da un gruppo di poliziotti cinesi guidati da un dirigente del Partito Comunista, secondo una denuncia della moglie dell’attivista diffusa oggi dal gruppo umanitario China Aid. La donna, Yuan Weijing, afferma di essere stata picchiata lei stessa nel febbraio scorso, quando 70-80 agenti di polizia hanno fatto irruzione nella loro abitazione nel villaggio di Linyi, nella provincia orientale dello Shandong. Chen Guangcheng, 40 anni, ha denunciato nel 2005 le violenze commesse dalle autorita’ locali per far rispettare la legge sul figlio unico. Nel 2006 e’ stato condannato a quattro anni di prigione per aver guidato una manifestazione di protesta ed e’ stato rilasciato nel settembre del 2010 dopo aver scontato la pena. Da allora l’ attivista e la sua famiglia vengono tenuti agli arresti domiciliari nella loro abitazione. L’episodio del pestaggio dello scorso febbraio era gia’ noto ma la lettera inviata da Yuan Weijing a China Aid aggiunge una serie di dettagli che ne rivelano la gravita’:

“Ci hanno picchiato e torturato per più di due ore… erano più di dieci uomini. Mi hanno buttato una coperta addosso e mi hanno preso a calci sulle costole e dappertutto. Li ho visti torcere le braccia a Guangcheng, piegargli la testa con forza, soffocarlo con il colletto…
Hanno sigillato le nostre finestre con fogli di metallo, sequestrato il pc, confiscato i libri, rubato il bastone per ciechi di mio marito e i giocattoli di nostra figlia. Inoltre ci hanno negato qualsiasi aiuto medico e la salute di mio marito è gravemente compromessa. Vi prego, aiutateci!”

Chen Guancheng è perseguitato perché si è battuto per dimostrare che la barbara politica del figlio unico non è volontaria, ma si basa su aborti e sterilizzazioni forzate e su infanticidi. Time Magazine lo aveva incluso nell’elenco delle 100 persone che hanno dato forma al mondo, nel 2006 (2006’s Top 100 People Who Shape Our World).

Fonte: Ansa.it, 20 giugno 2011; Women’s Rights Without Frontiers, 16 giugno 2011

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