Muore Kim Jong-Il, gli succede il terzogenito
Il ‘caro leader’ Kim Jong-il e’ morto sabato, stroncato da un attacco di cuore, dopo 17 anni di potere assoluto, mentre era in treno durante uno di quei viaggi d’ispezione che i media ufficiali hanno celebrato l’ultima volta pochi giorni fa, il 15 dicembre. ”E’ stato sopraffatto da una grande stanchezza fisica e mentale”, ha detto con un filo di voce la conduttrice della tv nordcoreana che indossava l’abito tradizionale ‘chosonot’ nero in segno di lutto annunciando la scomparsa del dittatore (69 anni, o 70 secondo i registri anagrafici sovietici), in un’edizione straordinaria delle news, anticipata ”per comunicazioni importanti”, alle ore 12.00 locali (le 4.00 in Italia). Dopo l’iniziale choc, centinaia di persone si sono progressivamente e con ordine riversate nelle strade di Pyongyang, in lacrime, per rendere omaggio alla grande statua sulla collina di Mansu di Kim Il-sung, fondatore della Patria, e per depositare fiori – hanno spiegato all’ANSA fonti nella capitale nordcoreana – sotto tutti i ritratti del ‘caro leader’ e del ‘presidente eterno’, una costante presenza nella citta’. Scene di pianti, disperazione e isteria collettiva che hanno rimandato alle immagini del 1994, quelle altrettanto teatrali della scomparsa di Kim Il-sung e al dolore ostentato con cura di particolari da Kim Jong-il, per l’occasione a capo della Commissione incaricata dei funerali. Parallelamente, la tensione all’esterno e’ salita alle stelle a seguito di una svolta sempre ipotizzata, se non addirittura sperata. Ad alimentare le preoccupazioni, la tv sudcoreana ha dato notizia di test missilistici effettuati in mattinata da Pyongyang nelle acque orientali del mar del Giappone, cosa che ha fatto temere il peggio. La Corea del Sud ha deciso lo stato di massima allerta delle forze armate, mentre la Blue House (la presidenza) ha convocato ”d’urgenza” il Consiglio di sicurezza nazionale e il presidente Lee Myung-bak ha invitato la popolazione a mantenere la calma e a continuare ”le attivita’, regolarmente”. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e’ stato informato degli sviluppi e ha avuto un colloquio telefonico con lo stesso Lee, riaffermando ”la forza dell’impegno Usa per la stabilita’ della penisola coreana e la sicurezza del nostro alleato, la Repubblica di Corea”. A Tokyo, il governo si e’ riunito d’urgenza e il premier Yoshihiko Noda ha disposto di tenere contatti ”serrati”’ con Usa, Cina e Corea del Sud sulla vicenda, oltre che ad avviare ogni preparativo ”per poter fronteggiare” tutti gli scenari possibili. La Cina ha espresso ”dolore” e presentato le proprie ”condoglianze” (lo ha fatto anche la Russia), al popolo della Corea del Nord per la morte di Kim Jong-il. La Farnesina ha auspicato ”l’apertura di una fase nuova”, la Gran Bretagna ha parlato di ”possibile” svolta, mentre la Francia ha auspicato che il popolo del Nord possa ”trovare ora la liberta” e il presidente dell’Ue, Herman Van Rompuy, ha invitato il futuro leader del Paese a impegnarsi per ”la pace e la stabilita”’. La Corea del Nord ha proclamato il lutto nazionale di 12 giorni fino al 29 dicembre, con solenni funerali il 28. Kim era stato colpito ad agosto 2008 da un ictus e, pur tra molteplici voci sul suo stato di salute, sembrava essersi ripreso, al punto da essersi speso nella preparazione del passaggio dei poteri a favore del terzogenito Kim Jong-un, con diverse visite fatte al prezioso alleato cinese. Il dittatore dell’ultimo stato stalinista al mondo e’ morto dopo un attacco di cuore alle ore 8.30 di sabato 17 dicembre, mentre era impegnato in un viaggio in treno. Una sorta di beffa, vista la prudenza-paura che lo spingeva a non volare e a utilizzare il piu’ sicuro treno super blindato per tutte le sue trasferte, anche all’estero (vedi Cina e Russia). Kim Jong-un, ha precisato l’agenzia Kcna, e’ stato chiamato il ”grande successore”, in quello che appare come l’esplicito riferimento alla successione dopo l’invito a unirsi intorno al ”nuovo leader”. Kim Jong-un, designato a capo del Comitato per i funerali del padre, e’ ”il grande successore della causa rivoluzionaria dell’ideologia Juche (l’ideologia comunista del regime di stampo stalinista intrisa a un neo-confucianesimo, ndr) e del nostro partito, esercito e popolo”.
Morte Kim: l’Asia con il fiato sospeso, mercati agitati
Borse in ansia, prezzo del petrolio che sale: in Asia, la reazione più’ significativa all’ improvviso annuncio della morte del “caro leader” nordcoreano Kim Jong-il é stata quella dei mercati finanziari che temono l’incertezza politica di un Paese militarmente possente e nuclearizzato come la Corea del nord. L’ indice Kospi della Borsa di Seul ha chiuso con un crollo del 3.7 per cento, perdite meno accentuate ma altrettanto significative a Tokyo e ad Hong Kong. Una reazione a caldo, irrazionale, ma che rispecchia l’ incertezza che circonda il futuro – a breve come a lungo termine – del piccolo paese asiatico, il più’ isolato del mondo. La notizia diffusa dalla stampa sudcoreana di un test missilistico effettuato a breve distanza temporale dall’annuncio non fa che confermare quell’ incertezza, e i timori che porta con se. Il processo di successione, iniziato meno di due anni fa e che vede come erede designato il figlio più’ giovane del leader, Kim Jong-un, del quale non si conosce con precisione neanche l’ età, è tutt’ altro che completato. Secondo alcuni fonti il giovane – chiamato “il brillante leader” dalla propaganda nordcoreana – avrebbe 27 anni, secondo altre ventotto. Età a parte, esistono molti dubbi sul fatto che Kim Jong-un abbia il solido appoggio dell’ onnipotente esercito, il vero detentore del potere che tra l’ altro controlla un arsenale nucleare che, secondo i servizi d’ informazione occidentali, sarebbe composto da sei o sette ordigni dopo i test atomici del 2006 e del 2009. Da tempo si ritiene che il “brillante leader” sia sotto la tutela dello zio Jang Song Taek, 65 anni, cognato di Kim Jong-il. Anche di Jang si sa poco: si ritiene abbia buoni legami tra i militari e che sia stato “molto vicino” a Kim Jong-il. C’ è unanimità dietro al sostegno delle gerarchie militari a Jang (e a suo nipote)? Ci sono possibili rivali? La Corea del Nord va verso una graduale apertura al resto del mondo o verso un nuovo indurimento e un’ accentuazione del suo già’ fortissimo isolamento? Tutte domande che al momento non hanno risposta. Alcuni esperti hanno ricordato che in passato, di fronte a situazione di instabilità’ interna, i nordcoreani hanno reagito “esportando” la crisi con attacchi missilistici al sud e test nucleari. La Corea del Sud ha dichiarato lo Stato d’ allerta ma il presidente Lee Myun-bak ha invitato la popolazione alla calma. ll Giappone ha riunito d’ urgenza il governo e ha sottolineato l’ importanza di “mantenere strette consultazioni” con gli alleati in primo luogo, la stessa Corea del Sud e gli Stati Uniti. Dall’ Australia, il ministro degli esteri Kevin Rudd ha ricordato che la penisola coreana “é il posto con la maggiore concentrazione di armi del mondo” e che per questo è necessario affrontare i prossimi mesi “esercitando la calma e la moderazione”. La Cina è l’ unico paese ad aver mantenuto, ed anzi decisamente rafforzato, relazioni economiche e commerciali con la Corea del Nord. In una dichiarazione diffusa dalla televisione di Stato, i massimi leader cinesi si sono dichiarati “angosciati” ma “fiduciosi” nel nuovo leader Kim Jong-un e nell’ “unità” del popolo nordcoreano. La decisione di sostenere a oltranza il vicino, presa nel 2009 e sancita dalla visita del premier Wen Jiabao è stata il frutto, secondo gli osservatori, della convinzione di Pechino che il regime nordcoreano “non risponda” alle pressioni politiche e che senza il suo appoggio rischierebbe di sfasciarsi, rovesciando milioni di profughi poverissimi nelle sue regioni nordorientali. Nell’ immediato, la scomparsa di Kim Jong-il allontana la possibilità’ di una ripresa dei colloqui a sei (le due Coree, la Cina, gli Usa, il Giappone e la Russia), sul disarmo nucleare di Pyongyang, colloqui che potrebbero preludere all’ “apertura” verso l’ estero della Corea del Nord, tante volte annunciata negli ultimi dieci anni e altrettante volte svanita.
Morte Kim: regime misterioso, militari sopratutto
Ora che il leader nordcoreano Kim Jong-il e’ morto stroncato da un infarto, la tenuta e il futuro dell’ultimo regime stalinista del pianeta sono saldamente nelle mani dei militari. Il terzogenito Kim Jong-un e’ stato designato ufficialmente il ‘grande successore’, ma sono tutti da chiarire il passaggio reale e l’assetto dei poteri, al punto da giustificare l’allerta massima da parte della comunita’ internazionale. Il ‘giovane generale’, secondo gli analisti, e’ ancora troppo inesperto e non abbastanza potente per guidare il Paese. In caso di scomparsa prematura del ‘caro leader’, sarebbe toccato a Jang Song-taek, marito dell’influente e potente Kim Kyoung-hiu (la Lady Macbeth di Pyongyang), svolgere un ruolo di tutore, anche con i militari del quarto esercito piu’ grande al mondo. L’appoggio delle forze armate e’ vitale nella transizione di potere, soprattutto per l’inesperienza e l’età del terzogenito (27 o 28 anni), in un regime dall’impronta confuciana in cui la filosofia ‘Songun’ (‘i militari prima di tutto’), ha ispirato l’ azione politica del ‘caro leader’ alla presa del potere nel 1994 dopo la scomparsa del padre Kim Il-sung, il ‘presidente eterno’. Kim Jong-il e’ stato considerato leader prudente e spietato: ha ‘eliminato’ tutti i potenziali rivali sulla sua strada, tra cui il fratellastro Kim Pyong-il, e affidato i posti chiave alla cerchia ristretta di famiglia e collaboratori. Alla morte del padre, pur avendo gia’ 52 o 53 anni, misuro’ accuratamente i tempi d’ascesa ‘formale’ al potere, attendendo 4 anni con lo scopo di tenere nella considerazione dovuta i militari. Fece la prima apparizione su scala internazionale nell’incontro con l’ex presidente sudcoreano Kim Dae-jung a giugno 2000, promotore della stagione del disgelo intercoreano e della politica del ‘raggio di sole’. Poi una serie di vertici, tra cui i due con l’allora premier giapponese Junichiro Koizumi (nel 2002 e nel 2004), il secondo intercoreano del 2007 e i faccia a faccia con i leader di Cina e Russia. Il 27 settembre 2010, Kim Jong-il ha favorito la designazione del ‘delfino’ alla carica di generale a ‘quattro stelle’ e, il giorno successivo, alla vice presidenza della Commissione militare centrale del partito dei Lavoratori, un incarico creato all’apparenza ad hoc. Se Kim Jong-il ha avuto 20 anni di tempo per prepararsi a prendere il posto del padre Kim Il-sung, fondatore della Corea del Nord, Kim Jong-un ha dovuto bruciare e tempi. Se la famiglia Kim e i militari non dovessero trovare un’intesa, qualsiasi instabilita’ causata dalla transizione della leadership potrebbe essere – almeno in un prossimo futuro – contenuta nella elite. La Corea del Nord si avvierebbe, secondo gli osservatori, a osservare un periodo di lutto fino a tre mesi e mezzo per Kim Jong-il, obbligatorio in Corea del Nord, societa’ segnata da una matrice comunista-confuciana. Questo, inevitabilmente, potra’ allungare i tempi per testare le recenti aperture di Pyongyang sul suo programma nucleare: il 22 dicembre, Stati Uniti e Corea del Nord avrebbero infatti dovuto incontrarsi a Pechino in un terzo round di colloqui per riavviare il negoziato multilaterale sull’abbandono delle ambizioni atomiche del Nord. Ora potrebbe tutto slittare.
Kim Jong-Un, il nuovo leader
Delfino e terzogenito di Kim Jong-il, il giovane capitano Kim Jong-un – come e’ stato presentato nelle prime canzoni scolastiche volute dalla propaganda – è stato promosso ‘generale’ a quattro stelle a ottobre 2010 e componente del Comitato centrale militare del Partito dei lavoratori, attraverso un’investitura essenziale per l’assunzione del potere. Su di lui, ora designato al rango di ”grande successore” a seguito della scomparsa del padre Kim Jong-il, non si sa molto: 27-28 anni, figlio della terza moglie Ko Yong-hui, ballerina professionista nata a Tsuruhashi (la ‘Koreatown’ di Osaka, in Giappone) e morta nel 2004 per cancro, vanta studi a Berna in un collegio svizzero internazionale negli anni dell’adolescenza e la conoscenza di tedesco, inglese e francese, abbinata a una smodata passione per il basket americano della Nba. Il fisico – 1,75 metri di altezza per 90 kg di peso – non trasmette il profilo di un atleta: un pool di medici sudcoreani, in base ai video e foto studiati, ha ipotizzato possa soffrire di diabete cronico. Abbondano, inoltre, voci e indiscrezioni sul suo conto, come quella che lo vorrebbero sposato (e diventato padre) dal 2010 con “una ragazza bella e con ottimi titoli accademici”, impegnata in un dottorato all’ Università Kim Il-sung, grazie alla regia di Jang Song-taek, eminenza grigia del regime e zio del rampollo, che avrebbe presentato e raccomandato personalmente la ragazza al nipote. Proprio nel caso di scomparsa prematura del ‘caro leader’, sarebbe toccato a Jang Song-taek, marito della potentissima Kim Kyoung-hiu (la Lady Macbeth di Pyongyang), svolgere un ruolo di tutore, secondo gli analisti, a partire dalla gestione dei rapporti con i militari del quarto esercito piu’ grande al mondo. L’appoggio delle forze armate e’ vitale nella transizione di potere, soprattutto per l’inesperienza e l’età del terzogenito, in un regime in cui la filosofia ‘Songun’, cioé i militari prima di tutto, ha ispirato l’azione politica da quando il ‘caro leader’ ha ereditato nel 1994 il potere dal padre Kim Il-sung. Da oltre un anno, Kim Jong-un ha iniziato ad accompagnare il padre nelle ispezioni a fattorie, impianti produttivi e basi militari, dopo essere diventato il delfino per la caduta in disgrazia del primogenito Kim Jong-nam fermato in Giappone nel 2001 con un passaporto falso di nazionalita’ dominicana, negli sforzi per visitare Tokyo Disneyland. E’ famosa – e nello stesso tempo emblematica – una foto di Kim Jong-un, diffusa incautamente dall’ufficio della propaganda di regime, mentre guarda l’orizzonte con un cannocchiale al contrario. In origine, a fine 2009, l’epiteto scelto dalla propaganda fu ‘giovane capitano’, ritenuto efficace per presentare un Kim Jong-un, di appena 25-26 anni, terzogenito di Kim Jong-un e in predicato per guidare il regime nordcoreano. Come spiegato all’ANSA a Pyongyang da fonti locali, la figura del giovane capitano comparve sui libri delle scuole elementari insieme a canzoni per esaltarne le spiccate qualità, quali il disegno di fuochi d’artificio per il compleanno del padre Kim Jong-il (il ‘caro leader’) e del nonno Kim Il-sung (‘il presidente eternò), giorni di feste nazionali. Per il terzo passaggio generazione al vertice di un regime stalinista, evento unico nel suo genere, l’epiteto è più che mai forma e sostanza: Kim Jong-un è diventato ‘giovane generale’ alla promozione di settembre 2010 al grado di generale a quattro stelle, in parallelo al nome di ‘brillante compagno’, messo a punto in attesa “della pubblicazione delle sue tesi sulla rivoluzione” e la Juche, l’ideologia comunista del Nord di stampo stalinista intrisa a una sorta di neo-confucianesimo. Oggi, dopo l’annuncio della scomparsa del ‘caro leader’, Kim Jong-un è diventato il “grande successore”, ha spiegato l’ agenzia ufficiale Kcna, in quello che appare come un esplicito riferimento alla scalata del regime, dopo l’invito esplicito a unirsi intorno al “nuovo leader”.
Morte Kim: da lusso a Hollywood, debolezze da leader
Dal padre e ‘presidente eterno’ Kim Il-sung, il ‘caro leader’ nordcoreano Kim Jong-il ha ereditato, oltre a un ‘regno’ assoluto, la paura di volare: per missioni e viaggi internazionali (Cina e Russia) e nazionali, l’unico mezzo usato è stato il treno super-blindato pronto nella stazione personale nel distretto di Ryongsong, a Pyongyang. Il convoglio extra lusso si aggiunge alla serie di debolezze e vizi – veri o romanzati – del dittatore dell’ultimo e isolato Paese stalinista al mondo. Dalla passione per i film (Hollywood in testa) e il ballo (gran parte di mogli e amanti erano appunto ballerine), alla cucina (affascinato dal ‘made in Italy’, inviò ad esempio un giovane chef in Italia perché studiasse come fare un’ottima pizza) fino al fumo (abbandonato pochi anni fa per problemi di salute), al vino (un debole per le etichette francesi, parte di una cantina di prima qualità, malgrado l’embargo) e alle ville. Perfino l’abito in stile Mao Tse-tung (il cosiddetto Mao suit), a volte di color verde militare e a volte blu scuro, era tutt’altro che trasandato avendo il valore di almeno 1.200 dollari. Non solo, il ‘caro leader’, secondo la stampa di Seul, era tra gli iscritti dell’esclusivo ‘Scabal club’, dal nome del produttore londinese di filati, come cachemire e seta, che annovera fan come l’ex presidente Usa, George W. Bush, e la star del cinema Will Smith. Del treno super-blindato, di colore verde in base ai filmati della propaganda girati sulla visita in Russia del 2002 (sono blu quelli del trasporto civile), si sa che oltre a essere corazzato è trainato da due potenti locomotori. Kim contava su una flotta di sei treni presidenziali per un totale di 90 vagoni di gran comfort, al servizio di una rete di 19 stazioni in tutta la Corea del Nord, tra cui anche palazzi sotterranei. Memorabile, quanto alla descrizione dello sfarzo a bordo, la testimonianza di Konstantin Pulikovsky, inviato dell’allora presidente Vladimir Putin che accompagnò il dittatore del Nord attraverso la Russia nell’estate del 2002. Sul viaggio di un mese con il treno composto da 22 carrozze tecnologiche e finemente rifinite, Pulikovsky scrisse un libro (‘Orient Express’) in cui raccontò il lusso (“il treno di Putin non ha lo stesso comfort”) del convoglio di Kim (“un autentico gourmet”), provocando le dure proteste di Pyongyang e imbarazzi al ministero degli Esteri russo. “Era possibile ordinare qualsiasi piatto della cucina russa, cinese, coreana, giapponese e francese”, annotò ad esempio il diplomatico, tra i pochissimi stranieri ad aver avuto ‘l’onoré di viaggiare sul treno personale del leader. Aragoste vive erano consegnate ogni giorno per via aerea e vino di grande valore, come bordeaux e borgogna, era disponibile a casse intere. Con i pasti di durata spesso superiore alle quattro ore, la forma di intrattenimento più apprezzata da Kim era l’ascolto di canzoni russe e coreane interpretate da quattro ragazze (“le mie personale ambasciatrici”, spiegò).
Kim Jong-Il, ultimo baluardo stalinista al mondo
Kim Jong-il, ovvero l’uomo che in nome della dottrina ‘Songun’ (i militari prima di tutto) ha sfidato il mondo intero ventilando, tra aperte e chiusure repentine, la minaccia dei suoi armamenti atomici. Il ‘caro leader’, 69 anni (70 per l’anagrafe sovietica), morto sabato a seguito di un infarto, era al potere dal 1994 dopo la morte del padre Kim Il-sung, che – con un’abile azione di propaganda – aveva trasformato nel ‘presidente eterno’. Spietato e accorto, venerato come un semidio nel suo ‘regno’ e ultimo baluardo stalinista al mondo, Kim è noto per i suoi eccessi (vita all’insegna del lusso malgrado un popolo ridotto alla fame) e la passione per i film di Hollywood, esempio ‘amato’ dell’odiato imperialismo americano. Molti analisti, alla presa del potere, ipotizzarono una ‘breve’ leadership, ma l’opzione ‘Songun’ si rivelò l’arma per rafforzare il controllo dello Stato a scapito di un’economia andata peggiorando con la fine della Guerra Fredda e la perdita dei partner e alleati commerciali tradizionali. E, soprattutto, ci sono voluti 4 anni per conquistare la presidenza della Commissione nazionale di Difesa, posizione diventata “l’ufficio più importante dello Stato” e “la più alta figura amministrativa”, in base alle riforme costituzionali approvate nel 2010. Le carestie della fine degli anni ’90 sono costate la vita a milioni di persone, mentre i piani militari sono andati avanti, a pieno ritmo. Dopo la parentesi della politica del ‘raggio di solé con la Corea del Sud con cui c’é formalmente l’armistizio dopo la Guerra del 1950-53 (nessun trattato di pace), il ‘caro leader’ sintetizzò al meglio la sua politica incontrando a Pyongyang nel 2000 l’allora segretario di Stato Usa, Madeleine Albright: “Se non c’é confronto, non c’è alcun significato nelle armi”. Detto fatto: il primo test atomico è del 2006 (seguito da successive sanzioni Onu) e il secondo è del 2009, mentre sono diversi i test balistici, anche a gittata intercontinentale. L’ex presidente Usa George W. Bush lo inserì nell”asse del male”, insieme ad altri ‘stati canaglia’ come l’Iran, cui la Corea del Nord ha fornito materiale bellico. Gli scontri con Seul, l’affondamento della corvetta Cheonan e i colpi di artiglieria sull’isola sudcoreana degli ultimi due anni sono stati un ulteriore passo per ‘alzare il prezzo’ al tavolo negoziale a Sei (composta da Usa, Russia, Cina, Giappone e le due Coree), in stallo da dicembre 2008, e vedere riconosciuto il peso di ‘potenza nucleare’, al pari degli Usa. Infine, dopo l’ictus di agosto 2008, la preparazione per la successione al vertice del regime, con la scelta del terzogenito Kim Jong-un, e le fitte trattative con l’ultimo alleato rimasto, la Cina, per garantire un ‘sicuro’ passaggio dei poteri.
I dieci segreti di Kim Jong-Il
1) – Stando ai suoi biografi ufficiali, la sua nascita nel 1941 sul monte Baekdu venne annunciata da una rondine e salutata da un doppio arcobaleno e una nuova stella nel cielo.
2) – Ossessionato dalla passione per il cinema, e in particolare per Elizabeth Taylor, ha raccontato di avere una collezione di oltre 20 mila video, con le pellicole preferite di tutti i tempi, compresi i film di Rambo e Godzilla.
3) – Il dittatore si spostava sempre e solo in treno, un convoglio speciale dotato di tutti i confort. Una decisione che derivava dalla sua paura di volare, una fobia che si riteneva avesse condiviso con suo padre.
4) – I suoi viaggi in treno erano lussuosi, come si addiceva un leader, nonostante milioni di nordcoreani fossero ridotti alla fame per la carestia. Un emissario russo che ha viaggiato per tutta la Russia in treno con Kim ha raccontato che ogni giorno arrivavano per aereo astici vivi.
5) – Kim ordinò il sequestro del regista sudcoreano Shin Sang-ok e di sua moglie, l’attrice Choi Eun-hee, nel 1978 per dare il via all’industria cinematografica di Pyongyang. La coppia fece diversi film prima di riuscire a scappare nel 1986.
6) – Kim ha firmato un documentario in 100 puntate sulla storia patria e anche un volume sull’Arte del Cinema.
7) – I film non erano la sua unica passione: Kim ha composto anche sei opere ha messo in scena un musical, sempre stando alla sua biografia ufficiale.
8) – Accolto da semidio in Corea del Nord, in Corea del Sud lo descrivevano come un playboy vanesio, con un debole per i capelli cotonati, le tute e le scarpe col rialzo interno per sembrare più alto.
9) – Ha contribuito ad accrescere il suo mito in Nordcorea dicendo che poteva controllare il meteo con i suoi stati d’animo, come per magia.
10) – C’era chi diceva che Kim si rifiutava di consumare quanto non strettamente prodotto in Corea del Nord, ma deve aver fatto un’eccezione per il vino francese perche’ in cantina aveva una collezione di 10 mila bottiglie.
Fonte: ANSA.it, 20 dicembre 2011
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