Myanmar : 70 studenti arrestati per aver chiesto una degna istruzione.
Sono settanta gli studenti arrestati qualche giorno fa a Letpadan, in Myanmar, a seguito delle proteste per la riforma dell’istruzione e cinque le violazioni a loro imputate, questo è quanto riferito da Radio Free Asia.
La manifestazione, avvenuta il 10 marzo, fa parte di una serie di contestazioni che hanno avuto origine a Mandalay e si sono estese fino a Yangon.
Lo scopo è di fare pressione sul governo e ottenere cambiamenti quali: un’educazione più democratica, la decentralizzazione del sistema educativo, la modifica delle norme d’accesso alle università, la modernizzazione dei curriculum e il diritto di formare unioni studentesche, così come la necessità di garantire l’insegnamento anche nelle lingue che caratterizzano le minoranze etniche del paese.
Tuttavia, secondo le autorità non si è trattato di una manifestazione pacifica e sono dunque intervenuti violentemente sulla folla per poi procedere con l’arresto di molti partecipanti.
In seguito, undici dei reclusi sono stati rilasciati su cauzione, si parla di dieci residenti locali e di uno studente, ciò nonostante 69 restano in stato di fermo e sono accusati della violazione di diverse sezioni del codice penale birmano per cui è prevista la detenzione fino a 10 anni.
Sono indicate le sezioni 143, 145 e 147 per i soli soggetti recentemente liberati, mentre per i restanti dimostranti andrebbero aggiunte le sezioni 332 e 505(b). Nello specifico la sezione 143 riguarda le adunanze illegali, la 145 l’adesione a queste e la reiterazione del comportamento e la 147 concerne atti riconducibili a sollevazioni.
I restanti due capi d’accusa si focalizzano rispettivamente sull’attuazione volontaria di azioni ai danni delle autorità con riferimento alla sezione 332, e relativamente alla 505(b) alla violazione del divieto di circolazione e pubblicazione d’informazioni che possono causare panico o allarme tra la popolazione e/o incitare le persone a commettere reati contro lo stato o la quiete pubblica
La corte ha inoltre reso noto che i leader degli studenti Kyaw Ko Ko, Ye Yint Kyaw, Myat Thu e Nanda Sitt Aung sono ricercati.
Nel frattempo è stato annunciato che la prossima udienza si svolgerà in data 7 aprile, ma che sarà ammessa la presenza di un solo familiare per ogni studente e un totale di 26 avvocati, ed è stata inoltre concessa la partecipazione dei media.
Uno spiraglio nel dibattito parlamentare
Ciò nonostante s’intravede uno spiraglio di luce poiché, sei deputati, tra cui due militari, hanno preso parte al dibattito sulla riforma del Sistema Educativo Nazionale nella camera alta del parlamento e hanno affrontato le problematiche inerenti al budget, alle unioni degli studenti e a quelle degli insegnanti.
Fondamentale è stato l’apporto del deputato militare Aung Kyaw Zaw, il quale ha asserito: “Vorrei suggerire che dovrebbe essere garantito dalla legge che entro cinque anni sarà assicurato un adeguato budget all’istruzione”.
A lui sono seguiti altri parlamentari, come l’esponente del “Nuovo Partito Democratico Nazionale” Phone Myint Aung, il quale ha affermato la necessità di creare una costituzione per gli studenti e gli insegnanti e l’urgente abolizione dell’intera legislazione vigente circa l’educazione.
La strada da intraprendere è ancora lunga, e si basa sull’importanza di vedere riconosciuti diritti dei dimostranti e il loro immediato rilascio senza ripercussioni future. È inoltre sostanziale che il governo birmano non si dimostri irresponsabile di fronte all’esigenza di accrescere un capitale umano inestimabile ed essenziale per il futuro del paese
RFA,25/03/2015
Traduzione Cecilia Cotogni,LRF, 27/03/2015
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