“Noi, madri di Tiananmen”

Sono circa 150 le madri di Tienanmen. Ovvero il gruppo che raccoglie i familiari delle vittime del massacro di Piazza Tienanmen. Fu fondato nel 1991 da Ding Zilin: all’epoca era un membro del Partito e docente di filosofia all’Università del Popolo di Pechino.

Ma soprattutto madre di un ragazzo di diciassette anni, ucciso nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989. Oggi ha 73 anni, nel 2003 è stata anche candidata al Nobel per la pace, e continua a guidare questo movimento che ogni anno aggiorna la lista dei nomi delle vittime - a oggi sono 194 i caduti riconosciuti. Imprigionate, costrette agli arresti domiciliari e sottoposte a sorveglianza costante, le madri di Tienanmen presentano dal 1995 una petizione ai delegati del Lianghui, l’assemblea annuale che riunisce il Congresso nazionale del popolo e il Comitato centrale dell’Assemblea consultiva politica.

Chiedono che venga aperta un’inchiesta sui fatti del 4 giugno per ristabilire la verità storica, determinare le responsabilità politiche e predisporre i risarcimenti per le vittime e per i loro familiari. Fino a oggi, inascoltate. Domenica 17 maggio c’è stata una commemorazione privata per le vittime: hanno partecipato 50 familiari ma Ding Zilin e suo marito sono stati bloccati a casa dalla Polizia di Stato. Se si fossero recati alla commemorazione, la Polizia avrebbe revocato il permesso alla manifestazione.

Il Sole 24 ore, 31 maggio 2009

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