Nuova tegola su Ai Weiwei, non può lasciare paese

Non c’e’ pace per Ai Weiwei, l’artista e architetto cinese dissidente, autore del celebrato stadio di Pechino ‘Nido d’uccello’ e di opere esposte in tutto il mondo, arrestato per evasione fiscale e colpito da una megamulta, per molti una ritorsione politica. Dopo che ieri le autorita’ gli hanno impedito di recarsi in tribunale per assistere al ricorso intentato dalla sua societa’ ‘Beijing Fake Cultural Development’ contro la multa milionaria, oggi le autorita’ gli hanno comunicato che non potra’ lasciare il paese. Oggi scadeva l’anno di misura cautelare nei suoi confronti, decisa dalle autorita’ cinesi il 22 giugno dell’anno scorso, quando usci’ di prigione dopo essere stato rinchiuso per 81 giorni per evasione fiscale. Per tutto l’anno passato, Ai Weiwei, 54 anni, non ha potuto lasciare Pechino: era senza documenti e senza passaporto. Stamattina, con l’ordinanza nella quale c’era scritto che la sua misura cautelare sarebbe finita oggi, si e’ recato presso la stazione di polizia, dove ha appreso di non poter lasciare la Cina, forse neanche Pechino. Su di lui pendono ancora indagini per altri crimini, come quello di bigamia, pornografia e traffici di valuta straniera, tutto relativo al suo lavoro. Ai Weiwei e’ sposato, ma e’ notoria la sua relazione extraconiugale con un’altra donna, dalla quale ha un figlio di tre anni. L’accusa di pornografia si basa su un’opera del 2010, nella quale l’artista, in uno studio fotografico, ha posato nudo fra quattro donne, anch’esse nude. ”Nessuno ha toccato nessuno” ha sempre detto l’artista, ”e’ stata una performance”. La polizia pero’ gli contesta che la foto e’ stata cliccata migliaia di volte sul web e che quindi c’e’ stato il reato di diffusione di materiale pornografico. Ai ha sempre detto che quella foto e’ stata un gioco, uno scherzo, e che l’alto numero di click dimostra il successo dell’iniziativa. L’accusa di traffico di valuta straniera, invece, riguarda un lavoro del 2008 nel quale Ai Weiwei coinvolse un centinaio di architetti da tutto il mondo. Questi furono pagati in euro, ma lui ricevette in cambio yuan. Per le autorita’ di Pechino, Ai Weiwei, figlio di un noto poeta cinese, e’ una spina nel fianco. Da sempre critico del governo, si e’ impegnato soprattutto nel 2008 quando, a seguito del terremoto del Sichuan, molte scuole crollarono, seppellendo gli scolari. Ai dimostro’ che erano state costruite con materiali scadenti. Il 3 aprile dell’anno scorso, l’architetto fu arrestato nell’aeroporto di Pechino mentre stava imbarcandosi. Contro di lui e la societa’ che ha con la moglie, l’accusa di evasione fiscale ed una multa di 1,7 milioni di euro. Dopo aver chiesto aiuto via internet (”non ho i soldi per pagare, mia moglie rischia di finire in galera”), gli sono arrivati quasi un milione di euro da sostenitori sparsi in tutto il paese. Quotidianamente, attraverso internet, Twitter e blog, comunica con altri dissidenti e informa il mondo delle sue iniziative, come quella, di qualche mese fa, di mettere on line le telecamere della sua casa. ”Se il governo vuole controllarmi, lo faccio fare a tutto il mondo”, disse.

Fonte: Partecinesepartenopeo, 21 giugno 2012

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