La polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di manifestanti tibetani nella provincia di Sichuan, uccidendo almeno una persona e ferendone diverse altre. Lo hanno riferito il Governo tibetano in esilio e l’organizzazione per i diritti umani “Free Tibet”, citando testimoni oculari. La protesta era stata organizzata dopo l’arresto di alcuni tibetani che stavano distribuendo volantini nei quali si invocava la libertà in Tibet. Molte persone provenienti da diverse zone si erano unite alla manifestazione, in un’area dove la tensione è altissima. Dall’inizio dell’anno sono almeno quattro i tibetani che si sono dati fuoco per protesta contro il regime cinese. Secondo la ONG “Free Tibet”, lo scontro a fuoco di oggi nel Sichuan è il “più sanguinario dopo le sommosse anticinesi avvenute nel 2008 nel Tibet”. “Stando ad alcuni testimoni, un tibetano, Yonten, di 49 anni, è stato ucciso da colpi di arma da fuori”, ha precisato l’organizzazione, riferendo che una “trentina di altri tibetani sono rimasti feriti, anche loro colpiti da proiettili, di cui uno all’addome”. “Molte persone hanno paura di portare i feriti in ospedale, perché temono di essere arrestati”, ha dichiarato al telefono all’”AFP”, Stephanie Brigden, direttore di “Free Tibet”. “La situazione potrebbe peggiorare”, ha poi riferito Brigden, precisando che numerosi tibetani stanno tentando di riunirsi nei pressi del monastero di Draggo, nella prefettura di Ganzi, teatro di manifestazioni represse violentemente. Il governo tibetano in esilio (CTA), con sede a Dharamsala in Iindia ha confermato sul suo sito internet la morte di Yonten e i numerosi feriti, colpiti dalla polizia che ha aperto il fuoco alla cieca. Altri testimoni parlano di sei morti, ha aggiunto il governo il esilio.

Fonte: Notizie Radicali, 24 gennaio 2012