Operazione nello Xinjiang

Le autorita’ del Xinjiang, la regione del nordovest della Cina teatro negli ultimi tre anni di una serie di episodi di violenza a sfondo etnico, hanno lanciato una campagna contro l’ estremismo religioso. Il Xinjiang e’ abitato dalla minoranza etnica degli uighuri, di religione musulmana, ed e’ stato sconvolto da una serie di gravi episodi di violenza dopo che, nell’ estate del 2009, 156 persone rimasero uccise nella capitale, Urumqi, in scontri tra uighuri e immigrati cinesi. L’ agenzia Nuova Cina scrive che nelle principali citta’ della regione verranno tenute una serie di ”letture pubbliche” per ”creare un sostegno di massa alla politica religiosa del governo e scoraggiare le attivita’ religiose illegali” oltre a ”promuovere il patriottismo e gli sforzi per mantenere la pace e scoraggiare la violenza”. In settembre, quattro persone sono state condannate a morte nel Xinjiang per gli incidenti che hanno causato la morte di 32 persone nelle citta’ di Kashgar e di Hotan. La Cina attribuisce gli incidenti agli estremisti musulmani che vorrebbero scatenare una ”guerra santa”. I gruppi di esuli uighuri sostengono che Pechino esagera la portata della minaccia islamica e che gli episodi di violenza sono una ”reazione disperata” alla ”repressione” cinese.

Fonte: ANSA.it, 16 febbraio 2012

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