Ospedali cinesi pubblicizzano la vendita di bambini orfani.

Secondo quanto riferito dalla China National Radio (Cnr), una stazione radio ufficiale, gli ospedali della Cina centrale stanno pubblicizzando la vendita di bambini orfani.

Negli ospedali di Zhengzhou, nella provincia di Henan, il costo di un bambino è pari a 36 mila yuan (circa 4.400 euro), mentre quello di una bambina è di 24 mila yuan (circa 2.900 euro).

Un giornalista della radio ha chiamato il numero riportato sulla pubblicità del servizio, affissa sulle pareti di un ospedale, fingendo di essere interessato a comprare un bambino. Innanzitutto gli è stata data garanzia che i bambini fossero in salute e che esistesse la possibilità di sceglierli. Alla domanda sulla loro provenienza, l’interlocutore ha risposto che non si tratta di bambini rapiti e che la maggior parte di loro vengono abbandonati da giovani madri che non sono in grado di crescerli.

Tuttavia, nel sistema cinese di registrazione delle famiglie hukou, è complicato registrare un bambino se ottenuto tramite mezzi illegali.

Alla domanda sulla modalità di registrazione del bambino, hanno risposto che si sarebbe potuto usare un falso certificato dell’orfanotrofio per poterne dimostrare l’adozione e consentire al bambino di essere registrato presso il Ministero degli Affari Civili.

A causa della politica cinese del figlio unico, il traffico e il rapimento dei bambini sono aumentati: le molte famiglie che hanno già avuto il primo figlio o che non possono concepire sono disposte a pagare per averne uno. Le restanti vittime del traffico dei bambini entrano nel mercato dello sfruttamento, della prostituzione oppure vanno incontro a matrimoni combinati. Gli esperti stimano che circa 70 mila bambini cinesi vengono sequestrati e venduti ogni anno.

Il giornalista della Cnr ha scoperto inoltre che la maggior parte dei bambini soffrono di disturbi mentali o fisici e questo rappresenta forse uno dei principali fattori per cui le famiglie ricorrono a mezzi illeciti per adottare dei bambini sani.

Un cittadino di Zhengzhou, i cui parenti hanno partecipato a questo tipo di compravendita, ha spiegato al giornalista che, essendo le famiglie disposte a vendere i propri figli per soldi, la polizia locale tende a non aprire nessun’indagine in merito e non ne denuncia la scomparsa.

Sebbene dal 2009 le autorità cinesi abbiano inasprito i controlli sul traffico dei bambini, rimane lo stesso una pratica comune. Secondo il rapporto 2012 sulla tratta degli esseri umani (Trafficking in Persons Report 2012) del Dipartimento di Stato americano, la Cina non possiede norme che disciplinino tale ambito e non ha effettuato nessuno sforzo per prevenire il fenomeno, presentando quindi un miglioramento limitato. Per l’ottavo anno consecutivo lo Stato cinese occupa il secondo posto nella World Watch List per non aver adempiuto agli standard minimi previsti dal Trafficking Victims Protection Act.

Articolo in inglese (english version):

http://www.theepochtimes.com/n3/113406-hospitals-in-china-advertise-sale-of-unwanted-babies/

The Epoch Times. 18 Giugno 2013

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