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Myanmar: il genocidio dei Rohingya continua. La missione delle Nazioni Unite contrastata da Cina e Russia

I ricercatori delle Nazioni Unite hanno dichiarato mercoledì scorso che il genocidio contro i Rohingya del Myanmar è ancora in corso e hanno presentato una relazione al Consiglio di sicurezza, chiedendo che la questione fosse rimessa a un tribunale internazionale.

Myanmar: due reporter della Reuters condannati a 7 anni di carcere. Indagavano sul genocidio dei Rohingya [video]

Wa Lone e Kyaw Soe Oo erano detenuti dal 12 dicembre 2017. Indagavano sulle stragi nel Rakhine, e l’esercito è riuscito a fermarli grazie a una legge risalente a quando il paese era autoritario e teneva prigioniera Aung San Suu Kyi.

Human Rights Watch: le autorità del Myanmar hanno torturato i Rohingya rimpatriati [video]

Human Rights Watch (HRW) in un recente rapporto mette in dubbio le promesse di Naypyitaw per il rimpatrio sicuro dei Rohingya che le autorità birmane hanno arrestato e torturato.

Tratta di esseri umani, secondo gli Usa il Myanmar è tra i Paesi peggiori

Naypyidaw inserita nella categoria 3, che può limitare l’accesso agli aiuti. Washington accusa il governo di ostacolare le iniziative delle Nazioni Unite nella lotta al fenomeno. Secondo il dipartimento di Stato Usa, funzionari birmani sono coinvolti in prostituzione e sfruttamento di persone. L’annoso problema dei bambini soldato.

Orrore in Myanmar: militari stuprano e uccidono sei dottoresse ‘ribelli’

I soldati hanno catturato un veicolo destinato al trasporto di medicinali e sequestrato il personale medico. Dopo giorni di violenze e torture, le donne sono state uccise e gettate in una fossa comune. L’esercito regolare si difende: “Uccise in azione e sepolte in maniera rispettosa”. La Lega delle donne birmane: “Menzogne, avete violato la Convenzione di Ginevra”.

Cina-Myanmar, gli interessi della Cina dietro la guerre alle minoranze

Risorse naturali, rotte energetiche e commerciali fanno del Myanmar uno snodo strategico per Pechino. Che ha i suoi progetti più ambiziosi negli Stati segnati dall’offensiva militare del regime. E nel Rakhine un eventuale ritorno dei Rohingya potrebbe guastare i piani cinesi.

Birmania, gli interessi cinesi dietro al non ritorno dei rohingya

La Birmania ha firmato nei mesi scorsi un accordo con l’Onu per consentire il rimpatrio dei 700mila musulmani rohingya, scappati nell’agosto 2017 in Bangladesh a causa delle violenze delle truppe governative e degli estremisti buddisti nello Stato Rakhine, nel nord-ovest del Paese. Ed è vicino anche a concludere un memorandum d’intesa con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), dopo lunghi colloqui trilaterali iniziati a febbraio. Ma fino ad ora, non è avvenuto nessun rientro organizzato. A bloccare la collaborazione – e quindi il rimpatrio dei rifugiati – potrebbe essere entrato in gioco Pechino, che ha molti interessi nella regione.