Piccole e medie imprese in Cina in grande sofferenza

Quest’anno i bilanci delle piccole e medie industrie (Pmi) cinesi saranno in perdita o senza alcun profitto. Secondo gli stessi proprietari, la situazione è peggiore di quella della crisi del 2008. Un’inchiesta condotta nel Guangdong da Alibaba.com e dalla Scuola nazionale di sviluppo dell’università di Pechino mostra che nei prossimi sei mesi il 72% delle Pmi alla foce del Fiume delle Perle avranno zero profitti o piccole perdite, mentre il 3,3% di esse dovrà chiudere i battenti. Secondo i dati raccolti, in un anno il profitto medio delle aziende è sceso del 30-40%. Allo stesso tempo, il costo dei materiali e della manodopera è aumentato bloccando ogni sviluppo. Il 72% degli intervistati nell’inchiesta afferma che l’innalzamento dei costi è il loro problema più grave. Nell’industria tessile e delle confezioni, i costi sono aumentati dell’80%. La crisi dell’euro e la stagnazione del’economia Usa ha portato a una diminuzione delle esportazioni, così che molte Pmi lavorano solo al 71% delle loro possibilità. Le Pmi lamentano la mancanza di crediti da parte dello Stato. Almeno il 53% di esse non hanno mai avuto prestiti se non quelli di organizzazioni extrabancarie. La stretta creditizia del governo sulle banche – per frenare l’inflazione – ha dato un ulteriore colpo allo sviluppo delle aziende. Dopo la diffusione della notizia, secondo cui a Wenzhou (Zhejiang), almeno il 3% delle Pmi aveva dichiarato bancarotta, il Consiglio di Stato ha promesso di aiutare le aziende con alcuni sostegni fiscali e con possibili prestiti bancari, ma finora non vi sono risultati apprezzabili. Secondo dati del Consiglio di Stato, le Pmi costituiscono il 99% delle compagnie della Cina e offrono l’80% dei posti di lavoro alla popolazione urbana. Esse contribuiscono al 60% del Prodotto interno lordo e al 50% degli introiti fiscali. Il destino delle Pmi influenza la stabilità e l’ordine nella società. Negli ultimi 9 mesi, nel solo Zhejiang, 228 proprietari sono fuggiti, lasciando 15 mila operai senza salario, per un ammontare di circa 76 milioni di yuan (circa 7,6 milioni di euro).

Fonte: Asia News, 15 ottobre 2011

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