Prato: arrestati due coniugi imprenditori cinesi per sfruttamento di manodopera in condizioni di bisogno.[Video]
Prato, coppia di confezionisti cinesi accusati per la prima volta di intermediazione illecita del lavoro, un reato più grave dello sfruttamento. Applicata per la prima volta la nuova legge sul caporalato Minacciata la vicina di casa ha consentito ai carabinieri di installare telecamere nella ditta. Gli operai lavoravano fino a 16 ore al giorno.
Il lavoro in confezione ripreso dalle telecamere dei carabinieri
L’uomo è stato associato alla casa circondariale di Prato e la moglie allontanata da questo comune.
Arrestati due coniugi imprenditori cinesi per sfruttamento di manodopera in condizioni di bisogno articolo 603 bis del c.p
I militari del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale carabinieri, con lo sviluppo delle indagini tecniche coordinate dal sostituto procuratore della procura della repubblica presso il tribunale di Prato dott. Lorenzo Gestri e dal giudice per le indagini preliminari dottoressa Francesca Scarlatti, hanno arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa l’11.01.2018 dalla predetta autorità giudiziaria pratese per “sfruttamento di manodopera in condizioni di bisogno in concorso” un cittadino cinese di 38 anni nato nello Zhejiang, e hanno sottoposto alla misura cautelare del “divieto permanente di dimora nel comune di Prato” la di lui consorte una cittadina cinese di anni 38 nata nello Jangxi, poich, dal novembre 2018 ad oggi, nel gestire, il laboratorio tessile “confezioni kedan”, corrente in questo centro, impiegavano un massimo di 21 (ventuno) operai cinesi, obbligandoli a turni di lavoro non inferiori a 16 ore in situazioni di sicurezza precarie e condizioni alloggiative degradanti, senza riposi o ferie, e per un salario mensile, senza contratto, ancora da quantificare.
La contestuale perquisizione del locale ha permesso di rinvenire e sequestrare 23 banchi da lavoro per “macchine taglia e cuci” juki “ams-201en” del valore di € 23.000 ed un fiat “doblo’” , intestato alla donna. I sette operai della repubblica popolare cinese, rimasti per le lavorazioni nel laboratorio di confezioni ma controllati nell’attigua casa dormitorio al momento dell’accesso da parte dei carabinieri, sono risultati clandestini e per tanto verranno deferiti sempre all’autorità giudiziaria. pratese per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato. L’uomo è stato associato alla casa circondariale di Prato e la moglie allontanata da questo comune.
Fonte: Firenzesettegiorni.it,22/01/2019, Il Tirreno
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