Reggie Littlejohn al Congresso Usa

Il 15 maggio Reggie Littlejohn, Presidente dell’Associazione ”I diritti della donna senza frontiere” ha testimoniato davanti alla commissione Affari Esteri del Congresso degli Stati Uniti per perorare la causa di Chen Guangcheng e della sua famiglia e per indurre la Repubblica Popolare Cinese a liberare l’attivista e permettergli di espatriare con i suoi familiari. La Littlejohn è riuscita a parlare con Chen, che dopo aver ringraziato tutte le persone che l’hanno aiutato ha confermato che non ci sono novità riguardo il suo rilascio. La dottoressa Littlejohn ha anche informato la commissione del trattamento riservato ai due attivisti He Peirong, conosciuta come Pearl, che e’ stata determinante nella fuga di Chen e dell’avvocato Jian Tianyong, membro del team legale del dissidente cieco. Pearl e’ stata picchiata piu’ di una volta per aver aiutato Chen, ma nonostante le violenze subite, ha detto che è sua intenzione restare in Cina per proteggere i suoi amici. Jian Tianyong, per aver difeso Chen ha subito numerose violenze da parte della polizia cinese e ha testimoniato dei maltrattamenti subiti dal suo assistito. Dopo una visita in ospedale a Chen Guangcheng è stato così duramente picchiato dalla polizia da perdere l’udito da un orecchio. Jian ha dovuto anche difendere il nipote di Chen ingiustamente accusato di omicidio. Un’altra battaglia condotta dal legale è quella contro la politica del figlio unico, imposta dalle autorità di Pechino. L’avvocato dopo aver illustrato al Congresso Usa la strage degli innocenti in Cina è stato arrestato e la moglie violentemente picchiata dalla polizia. Ma tutto questo non ha fatto desistere Jian e gli altri membri del team di avvocati che difende Chen che nonostante le persecuzioni continuano a difendere Chen.

Clicca qui per la testimonianza originale (in lingua inglese).

Gianluigi Indri, Zinzina Pincelli

NDR : Le cose non sono migliorate nella contea di Linyi (dove si è svolta la protesta di Chen Guangcheng). Nel mese di Marzo di quest’anno, una donna in Linyi è stato forzatamente costretta all’aborto al nono mese di gravidanza (http://bbs.chinadaily.com.cn/thread-739999-1-1.html). Nell’articolo si vede una foto del suo bambino morto che galleggia in un secchio d’acqua. Nell’aprile del 2011, funzionari della pianificazione familiare hanno accoltellato a morte un uomo quando tentava di aiutare la sorella costretta ad una sterilizzazione forzata: (http://www.womensrightswithoutfrontiers.org/blog/?p=147). Nell’Ottobre del 2011, una donna, incinta di sei mesi, è morta durante un aborto forzato sempre nella Provincia dello Shandong: (http://www.womensrightswithoutfrontiers.org/blog/?p=429).

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