Riviera del Brenta, GdF: 9 operai in nero e 22 irregolari, costretti in luoghi malsani. “Sfruttano loro connazionali e danneggiano il Made in Italy”
Lavoratori in nero e irregolari controllati dal padrone attraverso le telecamere, costretti a turni di lavoro pesantissimi, in condizioni di estremo degrado ambientale ed igienico. Imprenditori cinesi che sfruttano operai cinesi in laboratori di pelletteria improvvisati, che spuntano qua e là in provincia, per poi chiudere e trasferirsi altrove al primo sospetto di controlli.
I finanzieri - ricorrendo anche ad apparecchiature per la visione notturna, nel corso dei loro appostamenti - hanno così controllato 17 laboratori manifatturieri lungo la Riviera del Brenta, per la produzione di scarpe e borse, individuando 9 lavoratori in nero, 22 impiegati in maniera irregolare, altri due senza permesso di soggiorno.
In due casi, hanno poi riscontrato una presenza di lavoratori in nero superiore al 30% del totale, procedendo di conseguenza alla chiusura immediata dei laboratori da parte della Direzione Provinciale del Lavoro, fino a regolarizzazione delle posizioni contributive.
“I controlli hanno preso le mosse dalla scoperta di un modus operandi illecito ormai consolidato posto in essere da questi spregiudicati “imprenditori”, in gran parte di etnia cinese”, si legge in un comunicato del Comando provinciale della Guardia di finanza di Venezia, “che sfruttano i propri connazionali più deboli o in stato di bisogno per costringerli a lavorare - in alcuni casi sorvegliati da telecamere - in luoghi malsani e pericolosi o, addirittura, per attribuire loro la titolarità del laboratorio, in modo tale da far ricadere su questi ultimi le responsabilità amministrative e penali”. “Si tratta”, aggiungono gli investigatori, di opifici improvvisati che continuano ad agire attraverso sistematiche azioni evasive provocando gravi danni economici in un territorio, come la Riviera del Brenta, che ha fatto la propria storia con l’eccellenza e la qualità del Made in Italy.
Sono state riscontrate, inoltre, gravi carenze nelle condizioni igieniche ed in materia di sicurezza sul lavoro, che hanno già formato oggetto di segnalazione alle competenti autorità sanitarie e porteranno alla chiusura definitiva dei locali.”.
Ora sono in corso accertamenti sul fronte dell’evasione fiscale.
L’operazione è stata condotta dal Gruppo della Guardia di finanza di Venezia, con personale della compagnia di Mirano, in collaborazione con la Direzione Territoriale del Lavoro e dell’Inps.
Sotto la lente d’ingrandimento dei controlli anche gli abusi edilizi riscontrati grazie allo scambio informativo messo in atto dalla Guardia di Finanza con i Sindaci dei comuni interessati della Riviera del Brenta.
Di Roberta De Rossi, Nuova Venezia, 29 novembre 2014
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