Salerno, 9 novembre: “Venti di libertà”

A Salerno il 9 novembre, per festeggiare il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, è stata realizzata l’iniziativa “Venti di libertà”. E’ intervenuta la Prof. Maria Vittoria Cattania, vice presidente della Laogai Research Foundation Italia sui lager cinesi.

Nell’Aula Consiliare del Palazzo della Provincia di Salerno il 9 novembre 2009, è stata realizzata l’iniziativa “Venti di libertà”, per celebrare il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, costruito dalla Germania orientale e comunista per impedire l’esodo dei Tedeschi verso la Germania occidentale e capitalista nel 1961. E anche per ricordare alcuni muri ancora in piedi. Di fronte ad un pubblico di giornalisti, insegnanti e studenti, più di un centinaio, ha introdotto il convegno l’On. Adriano Bellacosa, Assessore al Patrimonio. Nell’ordine sono poi intervenuti: l’On. Antonio Iannone, Assessore alle Politiche Giovanili, sulle scelte americane, la guerra fredda e il nuovo assetto del mondo dopo il 1989; il Senatore Antonio Paravia sul muro dell’informazione censurata e sul pericolo che ciò costituisce; il Senatore Giuseppe Esposito sulle rivolte precedenti e contemporanee al 1989; l’On. Teodoro Buontempo sugli ammiratori del totalitarismo comunista (che ne sfruttarono i vantaggi, mai lo rinnegarono e, grazie alla mancanza d’informazione, sono oggi assisi su alti troni, come innocente e democratica nomenKlatura) e sulla totale negazione del Gulag sovietico, che non è da attribuire solo a Stalin; il Prof. Marco Galdi, docente dell’Università di Salerno, sulla libertà come difesa della propria identità storica e culturale; Kaudud Hamdi, rappresentante del Fronte Polisario in Italia, sul muro di 2.700 km. e sui campi di mine che dividono in due il Sahara occidentale e il popolo Saharawi, ultimi residui del colonialismo, nonostante le risoluzioni contrarie delle Nazioni Unite. Per ultima è intervenuta la Prof. Maria Vittoria Cattania, vice presidente della Laogai Research Foundation Italia sulle fabbriche-lager cinesi, denominate Laogai, sul regime di terrore instaurato nel paese, sull’industria statale del traffico di organi, prelevati dai condannati a morte, sulla politica, letale per la stessa Cina, del figlio unico, sulla politica di insediamento dei Cinesi in Tibet, nell’ex Turchestan Orientale (Uiguri), in Africa, in Asia, ovunque. Il nuovo imperialismo cinese consiste nell’occupare la terra altrui e non andare più via. Gli studenti sono rimasti meravigliati dal silenzio dei mass media su argomenti così inquietanti. Sono state rilasciate interviste a giornalisti del luogo.

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