Steve Bannon paragona la Cina con la Germania degli anni ‘30 e dice che gli Stati Uniti devono affrontare Pechino

L’ex assistente senior di Donald Trump si prepara a visitare Hong Kong e avverte che la Cina è in “guerra economica” con l’America.

Steve Bannon, ex consigliere di Donald Trump, ha paragonato la Cina con la Germania degli anni ‘30, avvertendo che il paese potrebbe percorrere lo stesso percorso buio se gli Stati Uniti non riescono a sfidare la sua ascesa.
“Tra cento anni, questo è ciò che ricorderanno - quello che abbiamo fatto per affrontare la Cina nella sua ascesa per il dominio mondiale”, ha dichiarato Bannon al New York Times.

“La Cina in questo momento è la Germania nel 1930”, ha detto. “Si trova a un bivio. Potrebbe andare in un modo o nell’altro. La generazione più giovane è così patriottica, quasi ultranazionalistica”.

L’ex aiutante senior della Casa Bianca di Donald Trump si prepara a dare inizio a una crociata globale anti-Cina, e l’ex capo stratega della Casa Bianca si è definito un “combattente di strada”, lanciandosi contro il suo prossimo avversario: la Cina. Bannon è convinto che gli Stati Uniti e la Cina siano destinati a conflitti aperti e ha criticato ferocemente il paese su tutto, dal commercio alla proprietà intellettuale fino alla Corea del Nord, prima del discorso che terrà a Hong Kong martedì.

“Il modello della Cina degli ultimi 25 anni, è basato su investimenti ed esportazioni”, ha detto. “Chi ha finanziato tutt oquesto? La classe operaia e la classe media americana. Non si può comprendere Brexit o gli eventi del 2016 a meno che non si comprenda che la Cina ha esportato la propria deflazione, e il proprio eccesso”.

“Non è sostenibile”, ha aggiunto Bannon. “La riorganizzazione del rapporto economico è la questione centrale che deve essere affrontata e che solo gli Stati Uniti possono affrontare”.

Bannon ha lasciato la sua posizione alla Casa Bianca il mese scorso e ha detto che sarebbe “andando in guerra per Trump contro i suoi avversari”. Durante il suo breve mandato per Trump, Bannon ha influenzato notevolmente gli sforzi in materia d’immigrazione e di riforma fiscale tirando il presidente verso destra, e ora cercherà di modificare la politica nei confronti della Cina.

È tornato a dirigere il notiziario Breitbart, un sito web di estrema destra molto popolare tra i sostenitori di Trump.

Bannon parlerà in una conferenza ospitata da CLSA, un’unità di Citic Securities, la più grande agenzia di brokeraggio statale della Cina, e il suo discorso si concentrerà sul “nazionalismo economico americano e la rivolta populista e l’Asia”, secondo una portavoce della CLSA. “È l’uomo del momento”.

“Donald Trump, da trent’anni, ha individuato la Cina come il più grande problema che ci sia sulla scena mondiale”, ha detto Bannon in un’intervista a CBS pochi giorni prima del suo discorso di Hong Kong.

“Voglio che la Cina smetta di appropriarsi della nostra tecnologia. La Cina sta affossando il vivace nucleo dell’innovazione americana, attraverso il trasferimento tecnologico forzato e il furto della nostra tecnologia, ma effettivamente attraverso il trasferimento tecnologico forzato”.

“Non siamo in guerra economica con la Cina, è la Cina che è in guerra economica con noi”.

Ha ammonito i funzionari dell’amministrazione di George W. Bush per le loro politiche commerciali, accusandole di essere deboli.

Bannon ora porterà la sua lotta su suolo cinese, parlando a una stanza piena di investitori che devono molta della loro fortuna alla crescita economica della Cina. Alla conferenza in passato hanno parlato persone come Bill Clinton, Al Gore e George Clooney.

Bannon ha anche fatto eco a Trump sulla strategia statunitense nel contenimento del programma nucleare della Corea del Nord, dicendo che la Cina era la chiave per affrontare lo stato isolato.

“Se sei una grande potenza, come mai non puoi controllare il mostro di Frankenstein che hai creato in Corea del Nord?” si è interrogato durante l’intervista al New York Times.

“La soluzione alla questione Corea passa da Pechino, e noi dobbiamo far agire Pechino”, ha detto Bannon nell’intervista di CBS. “[La Corea del Nord] è uno stato cliente della Cina”.

Bannon ha dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero considerare di “raddoppiare” gli sforzi per far pressione sulla Cina perché agisca attraverso una serie di misure, incluse sanzioni, limitando l’accesso ai mercati dei capitali statunitensi e penalizzando le istituzioni finanziarie cinesi.

“Abbiamo una grande leva per costringere la Cina”, ha detto.

Bannon ha vissuto in passato a Shanghai dove ha gestito una compagnia di giochi online, ma è tornato negli Stati Uniti nel 2008. Da molto tempo è convinto che gli Stati Uniti siano diretti verso un grande confronto con la Cina.

“Stiamo andando verso una guerra nel Mar Cinese Meridionale, tra cinque e i dieci anni”, ha detto a marzo 2016 su un podcast di Breitbart. “Non c’è dubbio”.

Pare che Bannon si sia sentito incoraggiato quando Trump, prima che prestasse giuramento per la carica, ha parlato al telefono direttamente con il presidente di Taiwan, infuriando la Cina. La Cina considera l’isola autonoma una provincia secessionista, e Trump successivamente si è inchinato alle pressioni del genero Jared Kushner, dicendo al presidente cinese Xi Jinping che gli Stati Uniti avrebbero onorato il principio “una Cina”.

Traduzione di Andrea Sinnove, LRF Italia Onlus


Fonte: The Guardian, 11 settembre 2017

English article: The Guardian, Steve Bannon compares China to 1930s Germany and says US must confront Beijing

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