Strage di maiali “finita”: quasi 6mila le carcasse ritrovate nel fiume di Shanghai

La strage di maiali a Shanghai è “in sostanza” finita: così le autorità cinesi tentano di tranquillizzare la popolazione, dopo il rinvenimento fino a oggi di quasi 6mila carcasse nel fiume Huangpu. La qualità del fiume che attraversa il distretto di Sonjiang, gli standard e le scorte d’acqua potabile della città di Maogang - dove sono state ritrovate i primi cadaveri - sono state ripristinate. Tuttavia, molti cittadini esprimono ancora una certa preoccupazione e su Weibo, il “Twitter cinese”, è molto popolare l’hashtag “Huangpu River dead pigs”.
Secondo i funzionari cinesi i maiali potrebbero provenire da Jiaxing, nella vicina provincia di Zhejiang, ma non è ancora certo. I marchi sulle orecchie degli animali morti indicano che il luogo di nascita è Jiaxing, ma non è detto che siano stati allevati lì. Sono ancora incerte anche le cause della morte: su alcune carcasse sarebbero state trovate tracce di circovirus porcino, una malattia comune tra i maiali che non colpisce gli esseri umani. Alcuni funzionari di Jiaxing avanzano la possibilità che gli animali siano morti di freddo.
Il fiume Huangpu è la principale fonte di acqua potabile per Shanghai e per questo le assicurazioni delle autorità sembrano non bastare per la popolazione. Shi Liqin, un utente Weibo, scrive: “Quadri e funzionari, siamo disposti a credervi, ma per favore non lasciateci morire avvelenati. Altrimenti chi vi servirà? Per cortesia, pensateci due volte”. Dora Wang, un’imprenditrice che vive a Jiuting, afferma di avere ancora dei timori: “Le dichiarazioni del governo mi hanno rincuorato, ma sono ancora preoccupata”. Due mesi fa infatti nel distretto c’è stata un’altra “crisi”, quando un’industria ha gettato i propri rifiuti chimici nelle acque del fiume. Chi abitava nella zona è stato costretto a evacuare e i rifornimenti d’acqua bloccati per un periodo di tempo. “Mi domando - aggiunge - quando io e la mia famiglia dovremo bere solo acqua in bottiglia e installare un impianto di purificazione dell’acqua”.
Yang Jin, che lavora in un ospedale di Songjiang, è meno fiduciosa negli sforzi riposti dal governo per garantire la sicurezza di acqua e cibo: “Non credo che le autorità prendano sul serio questi problemi. Qui nulla è sicuro”.

Fonte: Asia News, 13 marzo 2013

Condividi:

Stampa questo articolo Stampa questo articolo
Condizioni di utilizzo - Terms of use
Potete liberamente stampare e far circolare tutti gli articoli pubblicati su LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, ma per favore citate la fonte.
Feel free to copy and share all article on LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, but please quote the source.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Internazionale.