Sudafrica, bracconieri massacrano gli asini per vendere le pelli in Cina.[video]
Asini bastonati a morte, uccisi crudelmente, scuoiati nei cortili o in macelli clandestini. Negli ultimi anni in Sudafrica migliaia di muli hanno fatto una brutta fine: nel continente nero sono usati come animali da soma, ma in Cina la loro carne e la loro pelle è un ingrediente di base della medicina tradizionale e così è nato un vero e proprio commercio delle carcasse di queste bestie.
La gelatina d’asino non ha nessun valore in Africa, ma nella terra del Dragone sì, perché avrebbe una particolare efficacia nel trattamento di alcune patologie, come l’anemia, l’insonnia o nei disturbi legati alla menopausa.
Gli asini sono così diventati un bersaglio facile di bande organizzate, che li rubano ai contadini e avviano gli animali a una macellazione e a un commercio illegale. La produzione di gelatina d’asino, come scrive l’Agenzia France Presse, vale svariati milioni di euro in Cina, dove la popolazione di asini è in sensibile calo. Così, per soddisfare la domanda di questi animali, Pechino si è rivolta all’Africa, dove i muli sono in molti casi l’unico sostegno per povere famiglie di agricoltori: un mezzo di lavoro, un mezzo di trasporto, una fonte di reddito. Non una possibile preda da macellare. In Cina il numero degli asini si è quasi dimezzato, passando dagli 11 milioni del 1990 ai 6 milioni del 2013, secondo i dati riportati nell’annuario zootecnico della Repubblica popolare. La Cina produce ogni anno circa 5 mila tonnellate di gelatina d’asino, secondo il China Daily, e questa produzione necessita di ben 4 milioni di pelli.
In Sudafrica, riporta l’Afp, un asino era acquistato per poco meno di 30 euro, ma complice questo fenomeno il suo costo è quintuplicato, creando non poche difficoltà alle comunità rurali. Alcuni mesi fa la polizia di Johannesburg aveva scoperto un container destinato alla Cina con oltre 5 mila pelli d’asino e questo ritrovamento non è stato isolato: tant’è che ci sono state vibranti proteste nel paese e la stessa ambasciata cinese è dovuta intervenire spiegando, in una nota ufficiale, come non ci sia «nessuna società cinese abilitata all’importazione di pelli d’asino dal Sudafrica attraverso canali legali». Mentre la carne d’asino può essere esportata. Nelle scorse settimane, poi, un importante sito di vendite online ha vietato in Sudafrica le offerte per gli asini sulla sua piattaforma, in modo da ridurne l’abbattimento. «Speriamo che questa decisione possa svolgere un piccolo ruolo nel ridurre la crudeltà su questi animali», ha spiegato la società. Intanto, in Africa le associazioni che si occupano della tutela degli animali sono preoccupate: la caccia all’asino, alimentata dalla richiesta cinese, sta decimando la popolazione di muli, vittime di una nuova forma di bracconaggio.
Italia Oggi,22 marzo 2017
Video reportage,Daily Mail:
English article,The ScienCe Times:
Articoli correlati:
Condividi:
Stampa questo articoloCondizioni di utilizzo - Terms of use |
---|
Potete liberamente stampare e far circolare tutti gli articoli pubblicati su LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, ma per favore citate la fonte. |
Feel free to copy and share all article on LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, but please quote the source. |
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Internazionale. |