SVIZZERA: Meyer Burger trasloca la produzione in Cina.
Il trasferimento - che comporterà conseguenze per 180 impiegati - dovrebbe essere effettivo a fine 2018.
BERNA - Lo specialista nelle tecnologie per l’industria fotovoltaica Meyer Burger intende cessare le sue attività di produzione a Thun, nel canton Berna, dove ha sede, per spostarle in Cina. La decisione costerà il posto di lavoro a 180 dipendenti al massimo, secondo la direzione, ma Unia teme conseguenze per 250 persone.
Il trasferimento dovrebbe essere effettivo a fine 2018, indica Meyer Burger in una nota diramata oggi. Thun perderà la produzione, ma conserverà le attività di vendita, di ricerca e di sviluppo e continuerà a ospitare la sede dell’impresa.
La ristrutturazione si iscrive nel quadro di un programma d’efficacia, precisa il gruppo bernese, che promette misure per limitare al massimo il suo impatto sociale. L’azienda sta tentando da diversi anni di riequilibrare la redditività e vuole ridimensionare il proprio portafoglio di prodotti.
Meyer Burger non menziona cifre precise per quanto riguarda i licenziamenti. Indica soltanto che la misura dovrebbe comportare la perdita di 180 posti di lavoro al massimo nello stabilimento cittadino. «È una decisione che non abbiamo preso a cuor leggero», ma che «è necessaria per garantire il futuro del gruppo», afferma il CEO della società Hans Brändle, citato nel comunicato.
Il trasferimento in Cina permetterà secondo la direzione di lavorare con maggiore flessibilità, di ridurre le spese e i termini di fornitura, come pure di avvicinarsi maggiormente alla clientela. Esso concerne in particolare il settore delle seghe diamantate.
Per la città bernese è un duro colpo, visto che l’impresa è uno dei suoi principali datori di lavoro. Secondo il sindaco Raphael Lanz, la decisione non ha nulla a che vedere con la competitività e con le condizioni quadro dell’Oberland bernese. A suo avviso è piuttosto la conseguenza del concentrarsi in Cina di buona parte del mercato del fotovoltaico in generale.
Le imprese svizzere - ha detto all’ats - non possono competere con le condizioni di produzione dell’Impero di Mezzo, un fatto che «non può non causare preoccupazioni alla piazza economica svizzera». Le autorità cittadine deplorano il fatto che a saltare saranno numerosi impieghi qualificati.
Il sindacato Unia parla in una nota di «dissanguamento» e prevede che lo stop alla produzione comporterà la perdita di 250 impieghi in terra bernese, considerando anche apprendisti e dipendenti temporanei. A suo avviso, «voler separare le attività di ricerca e di sviluppo dalla produzione costituisce un errore strategico».
Il sindacato esige dal Consiglio di Stato bernese l’istituzione di una task force con rappresentanti del Cantone, della Città, del personale e delle parti sociali, allo scopo di «preservare un massimo di impieghi a Thun». E lancia un appello anche al Consiglio federale: «Se la Svizzera vuole approfittare delle immense opportunità offerte dalla trasformazione ecologica, deve infine condurre una politica industriale moderna».
Una volta conclusa la ristrutturazione, Meyer Burger si aspetta di ottenere un miglioramento di circa 10 milioni di franchi dell’utile operativo lordo Ebitda a partire dall’esercizio 2019. In un primo tempo, tuttavia, le misure previste comporteranno spese straordinarie di 10 milioni in tutto, che saranno messe a bilancio, in parti uguali, degli esercizi 2017 e 2018. A ciò si aggiungono costi senza effetti sulle liquidità di 40 milioni di franchi, consistenti in correzioni di valori, in particolare sul complesso di Thun, e in ammortamenti.
La società prevede di riorganizzare anche il suo sito olandese di Eindhoven, che impiega attualmente 75 persone, entro il 2018. Al riguardo non fornisce maggiori dettagli.
Tio.ch,02 novembre 2017
English article, Solar Industry: Meyer Burger To Cease Production At Swiss Plant Under Reorganization
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