Tibet, blitz con bandiera ai Carraresi

Un urlo: «Viva il Tibet». Poi la bandiera tibetana appare in una sala della mostra “Tesori dal tetto del mondo” ai Carraresi, alla fine della vernice. E vengono esibiti i documenti che accusano la Cina: «Gli accordi sono stati firmati sotto le minacce, con la pistola puntata alla tempia», spiega Jinpa Santulam, vicepresidente della comunità tibetana in Italia. «Non siamo contro la mostra, anzi. Ma la versione raccontata dal curatore Madaro è quella cinese. E il Dalai Lama è stato costretto a firmare gli atti esposti». Maurizio Genovese, dell’associazione Tibet Italia, conferma. E denuncia che anche ieri 5 tibetani sono stati arrestati in Cina per aver esposto la bandiera tibetana, e 60 «bonzi» si sono dati fuoco nell’ultima settimana. «Chiediamo al mondo di non far finta di niente – prosegue Santulam – il Dalai Lama deve poter tornare in Tibet, la nostra regione e il nostro popolo siano liberati. C’è un piano per eliminarci, dov’è l’Onu? Anche noi abbiamo risorse importanti, 4 grandi fiumi asiatici nascono in Tibet, e quella per l’acqua sarà la guerra del futuro». Il blitz chiude una «prima giornata» intensa, per la mostra curata da Adriano Màdaro. In mattinata, alla presentazione ufficiale, Santulam si era confrontato direttamente con Madaro. «Lo spaccato della storia di un popolo così affascinante come quello tibetano, rappresentato nella mostra, non ha niente di fazioso o politicizzato», aveva spiegato Madaro, «Mi vien da ridere quando sento o leggo che questa mostra sarebbe troppo folkloristica: chi la vedrà si renderà conto che non è affatto così». Santulam, osservatore «autoinvitato» aveva già espresso perplessità sul ruolo assegnato al Dalai Lama: «Emerge come figura secondaria nel vasto mosaico della popolazione delle nevi. aveva precisato- ma non è così: è il nostro capo spirituale. La mostra non è contro il Tibet, ma il nostro popolo ha bisogno di amore e interesse approfondito, non di interpretazioni sommarie e poco precise». Immediata replica di Màdaro: «Assoluto rispetto per il Dalai Lama: da studioso posso affermare che egli non è il capo spirituale di tutti i tibetani, ma solo di chi aderisce al buddismo tantrico. Ho cercato di abbracciare tutti gli aspetti della storia di questo popolo». Parole che avevano sciolto la “tensione”: caloroso abbraccio tra i due e consegna della bandiera Free Tibet al curatore. Respinta da Madaro: «No, nessuna bandiera in questa mostra, né italiana, né cinese, né questa. La politica stia fuori dall’arte, godiamoci questo evento per Treviso con serenità». La bandiera è rientra in serata, con il blitz.

Federico Cipolla, Tommaso Miele

Fonte: La Tribuna di Treviso, 18 ottobre 2012

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