Tibetani forzati a lasciare pascoli, e campi invernali
Le autorità in una contea a prevalenza tibetana, nella provincia nordoccidentale cinese di Qinghai, stanno costringendo i pastori ad andarsene dai loro pascoli tradizionali, imponendo multe rigide e minacciando di imprigionare chiunque rimanga nelle zone vietate, oltre un certo termine, ormai scaduto.
Non è stata fornita alcuna spiegazione per l’ordine di trasferirsi dai pascoli nella contea di Darlag della prefettura di Golog, né per l’espulsione di un altro gruppo di nomadi dai loro campi invernali lì vicino.
“È l’abitudine dei nomadi tibetani di lasciare le loro pecore e altro bestiame libero al pascolo per l’estate, per circa due mesi e 20 giorni, dalla fine di giugno o inizio di luglio”, ha detto una fonte anonima a RFA.
“Ma quest’anno, mentre stavano pascolando, le autorità cinesi locali hanno dato ordine di andarsene e liberare la terra”, ha proseguito la fonte.
“Le autorità hanno stabilito come data limite per andarsene il 23 agosto, e sebbene la maggior parte sia riuscita ad andare via in tempo, alcuni non sono riusciti a rispettare la scadenza”.
“Così i funzionari hanno chiesto l’intervento della polizia armata per minacciare i nomadi rimasti, costringendoli alla fine a lasciare l’area e multando ognuno 1.000 yuan [U.S. $ 152] per non aver obbedito all’ordine”.
“Si è anche detto che chiunque fosse ancora trovato lì sarebbe stato imprigionato”.
Nessun luogo dove andare
Ai nomadi che vivono nei villaggi di Horkor e Takor della municipalità Dernang di Darlag è stato nel frattempo ordinato di trasferirsi dalle aree preparate per i campi invernali.
“Ma non hanno nessun altro posto dove andare, e devono affrontare molestie continue da parte dei funzionari”.
“Sono molto preoccupati per quello che succederà loro”, ha detto.
Ai nomadi tibetani è ora vietato pascolare il proprio bestiame ed è richiesto di andarsene da “alcuni dei migliori pascoli di tutto l’altopiano tibetano, soprattutto nelle prefetture chiave di Yulshul e Golog”, ha dichiarato l’esperto ambientale di Tibet Gabriel Lafitte in un rapporto precedente.
La politica cinese prevede che ai nomadi sfrattati si fornita formazione professionale e accesso ai mercati del lavoro, ha detto Lafitte. “[Tuttavia], in realtà, c’è poca formazione professionale e i nomadi sfrattati hanno poche possibilità di entrare nell’economia moderna”.
Traduzione di Andrea Sinnove, LRF Italia Onlus
Fonte: RFA, 30 agosto 2017
English Article: RFA, Tibetan Nomads Forced From Grazing Land, Winter Camps
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