Trump, proibiti i finanziamenti federali alle Ong internazionali pro aborto
Proibiti i finanziamenti federali alle Ong pro aborto. La gioia dell’attivista Reggie Littlejohn per la storica decisione del Presidente. Le accuse alla International Planned Parenthood e alle sue politiche maltusiane. L’applauso del Card. Dolan.
Washingston D.C. (AsiaNews) – Nella mattinata di ieri il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha ripristinato la “Mexico City Policy”, ovvero un provvedimento volto ad impedire che fondi federali americani contribuiscano al finanziamento di organizzazioni internazionali che forniscono o promuovono l’aborto. Annunciato a Città del Messico nel 1984 dalla presidenza Reagan durante una conferenza delle Nazioni Unite, è stato revocato dal presidente Clinton, reintegrato dal secondo presidente Bush, e infine di nuovo annullato dal presidente Obama. La delibera di Trump comporta il ritiro, tra le altre, delle sovvenzioni alla International Planned Parenthood Federation (Federazione Internazionale Genitorialità Pianificata), organismo che opera in favore delle legislazioni abortiste e di politiche per il controllo demografico coercitivo.
La storica decisione, annunciata il giorno seguente il 44esimo anniversario di una contestata sentenza con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti sanciva il “diritto” all’aborto delle donne americane anche in assenza di motivazioni di salute, è stata accolta con profonda gioia da chi si batte per la Vita e per i veri diritti delle donne.
Reggie Littlejohn, attivista pro-vita e presidente della Women’s Rights Without Frontiers. Da anni è impegnata a denunciare e combattere l’aborto in Cina e soprattutto l’aborto selettivo dei feti femminili. Davanti alla decisione di Trump ha dichiarato: “Siamo felicissimi che i dollari dei contribuenti statunitensi cesseranno di andare all’ International Planned Parenthood, che lavora mano nella mano con il Partito comunista cinese nel suo brutale programma di controllo coercitivo della popolazione in Cina, che include l’aborto forzato e la sterilizzazione delle donne. Abbiamo pubblicato una lettera aperta all’allora presidente eletto Trump, chiedendogli di indagare e, in definitiva, di definanziare l’ International Planned Parenthood per via della sua connivenza con queste atrocità verso i diritti delle donne. Questa è una vittoria enorme per tutti coloro che hanno lavorato così duramente per porre fine agli abusi perpetuati dalla IPPF e per alleviare le sofferenze delle donne e dei bambini in Cina”.
La lettera aperta è una pesante denuncia delle attività dell’organizzazione, che sin dai primi anni Ottanta, ha sostenuto la politica coercitiva cinese del figlio unico. Questa politica (che oggi divenuta politica dei due figli) è responsabile per centinaia di milioni di aborti forzati, sterilizzazioni ed innumerevoli altre sofferenze. Incalzando il Presidente a condurre un’indagine ad ampio raggio sulla IPPF e sui suoi rapporti con la China Family Planning Association, Reggie Littlejohn descrive gli orrori commessi nei confronti delle donne cinesi e coglie le amare contraddizioni di tali fondazioni che si offrono al pubblico come paladine della “libera scelta”, quando in realtà l’aborto forzato è tutt’altro che una decisione delle donne che lo subiscono. “Se l’International Planned Parenthood si batte per una ‘scelta’, perché lavorano fianco a fianco con la macchina del controllo coercitivo della popolazione operato dal Partito comunista cinese?” chiede l’attivista.
Anche il Cardinale Timothy Dolan ha accolto con gioia l’ordine esecutivo del presidente Trump di ripristinare la “Mexico City policy”. “Ci complimentiamo per la decisione del presidente Trump di oggi”, ha dichiarato ieri il Card. Dolan, presidente del Comitato dei vescovi statunitensi per le attività pro-vita. Egli ha poi aggiunto: “Si tratta di un passo positivo verso il ripristino e il rafforzamento di importanti politiche federali che rispettino il diritto umano più fondamentale, quello alla vita, così come il persistente, bipartisan consenso contro la costrizione degli americani a prender parte al violento atto dell’aborto”.
Asia News,24 gennaio 2017
English article,Reggie Littlejohn 23 gennaio 2017
Nor is this collaboration on International Planned Parenthood’s part an artifact of the past.
Today IPPF is still CFPA’s main partner, and IPPF has gone on record praising China’s notoriously coercive policy.
· In 2009, IPPF director-general Gill Greer, called China’s One-Child Policy “very conducive to China’s development in various aspects,” including the realm of “health care services.”
· In a 2011 letter to the editor, former Planned Parenthood Executive Vice President Norman Fleishman called China’s One Child Policy a “start” to curbing global population. At about this time IPPF’s website affirmed that it “supports the present family planning policy of the government” and that their Chinese arm “plays a very important role in China’s family planning programme.”
China’s family planning office, in turn, has expressed the importance of international cooperation and has “offered to provide population management training and contraceptive supplies to developing countries” – thus attempting to spread its abusive system.
IPPF’s site still points to CFPA as its main operations hub in China and has recently publicized its good relationship with the Chinese government. In 2013, following a change in China’s leadership, IPPF described its meeting with new Chinese premier Li Kequiang and mutual plans to “strengthen the partnership” between China and IPPF.
If International Planned Parenthood stands for ‘choice,’ then why are they working hand in hand with the Chinese Communist Party’s coercive population control machine?
Reggie Littlejohn, President Women’s Rights Without Frontiers
Stop Forced Abortion – China’s War on Women! Video (4 mins)
www.youtube.com/watch?v=
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