Pechino: sta per approdare lista nera dei prodotti culturali dannosi

A quanto pare la politica di austerità portata avanti fino ad ora dagli organi cinesi non è stata abbastanza dura. Nei prossimi mesi infatti arriverà una vera e propria lista nera.

Tutti siamo a conoscenza, chi più chi meno, delle politiche sociali cinesi e della censura che viene attuata nel più grande Paese dell’Asia: indirizzi internet oscurati, programmi censurati e la stampa che viene puntualmente passata al setaccio per evitare che vengano pubblicate notizie ‘scomode’ agli organi governativi.

Ebbene non sembra esserci limite alla smania di avere sotto ferreo controllo il popolo cinese; infatti, è stata pubblicata una vera e propria lista nera dei prodotti culturali dannosi, nella quale rientrano film, libri, fumetti, canzoni e addirittura cartoni animati. In molti confondono la cultura cinese con quella giapponese, fatta di eccessi e priva di qualsivoglia censura; da ricordare che i cartoni animati giapponesi in Italia, Paese quantomai progressista, sono stati sottoposti a censura data la moltitudine di scene di nudo e di sesso.

Ad ogni modo, il governo cinese ha deciso che è giunto il momento di stilare e rendere pubblica una vera e propria lista nera che, come affermato dal ministero cinese, prenderà di mira non meglio specificati contenuti “pornografici” e verrà resa nota tramite il sito web del ministero e i media cinesi. Alla lista, stilata dal Ministero della Cultura, non mancherà l’aggiunta di spettacoli dal vivo e programmi radiofonici.
Fino ad ora il governo cinese ha portato l’esempio che, soltanto nell’anno solare appena conclusosi, ben 120 canzoni sono state ritenute dannose ai fini culturali e quindi, in futuro, titoli come quelli dell’anno scorso andranno direttamente a fiunire nella lista nera, vietando di fatto la commercializzazione e l’ascolto, su tutto il terrirorio cinese, di quei brani musicali.

Fino ad ora i Paesi mondiali hanno sempre tollerato, anche se non di buon grado, la censura che il governo cinese apportava alla connessione internet ma che, pagando una determinata cifra alle autorità competenti, era possibile sbloccare.
Non si sa ancora come reagirà l’opinione pubblica mondiale di fronte a questa nuova lesione della libertà di espressione ad opera delle autorità cinesi; infatti, chi sarà ‘beccato’ a distribuire o produrre materiale che rientrerà in questa lista, sarà messo attentamente sotto esame e rischierà perfino il carcere, rientrando a sua volta in un’ulteriore lista nera di produttori ed aziende che non saranno più accreditate in Cina.

Sembra che la libertà di espressione e di pensiero abbia subito un duro colpo nel maggiore Paese asiatico e si crede che queste nuove leggi avranno forti ripercussioni sul mercato globale.

Fidelityhouse, 03/02/2016

English article, China Digital Times:

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