Una pacifica protesta in risposta a 14 anni di violenta persecuzione

Ogni giorno la Cina è scossa da centinaia di proteste, molte delle quali violente. Il regime spende di più per il «mantenimento della stabilità» – con la polizia armata e altre forze usate per sopprimere le proteste – che per il suo esercito in rapida modernizzazione.

Veglia a lume di candela per commemorare l’anniversario dell’inizio della persecuzione del Falun Gong, Washington, 18 luglio 2013 (foto).

All’interno di questo Paese, in cui fremono i conflitti, un gruppo spicca per il suo non attaccare, non creare disordini, non fare ricorso alla violenza.

Le decine di milioni di praticanti della Falun Dafa (nota anche come Falun Gong) in Cina non hanno mai risposto con lo stesso tono alla violenza perpetrata nei loro confronti durante i 14 anni di persecuzione, quella persecuzione iniziata il 20 luglio 1999 quando l’allora leader Jiang Zemin ha dato l’ordine di sradicare la disciplina spirituale.
La stampa mondiale ha quasi immediatamente riportato con una certa aria d’intesa come violenti gruppi di qigong come il Loto Bianco avessero fatto a pezzi la Cina durante la rivolta dei Boxer all’inizio del 20° secolo. La stampa lasciava sottintendere che il Partito comunista cinese stesse mettendo in atto un’autodifesa.

La stampa è stata alimentata da questa propaganda che giustifica la persecuzione e l’ha riproposta per la maggior parte in modo acritico, di solito senza accreditare la colpa ai funzionari del regime che l’avevano spinta. Gli organi di stampa spesso non si sono preoccupati di sottolineare come i pacifici praticanti della Falun Dafa, molti di loro in pensione, non avevano nulla a che fare con quella fantasia sui guerrieri di qigong impazziti.

Nel corso del tempo, la stampa si è stancata di ripetere questa particolare menzogna, ma la sua credulità è nata da un reale bisogno di spiegare quello che sembrava incomprensibile. Almeno la fantasia dei guerrieri praticanti del Falun Gong ha fornito una ragione al perché il Pcc sarebbe andato improvvisamente contro il proprio popolo.
Cercare di convincere
Questa tentazione di inventare una causa per la persecuzione continua ancora oggi. Parlando con persone ben informate, non è raro sentire l’idea che la persecuzione doveva accadere perché i praticanti della Falun Dafa «si sono opposti» al governo.
Nei giorni immediatamente successivi all’inizio della persecuzione, centinaia di migliaia di praticanti si sono riversati a Pechino, ma non sono arrivati per opporsi al Pcc.

I praticanti erano venuti a riferire ai funzionari di governo quanto la Falun Dafa aveva migliorato la loro salute, migliorato il livello della loro moralità e portato calma e un nuovo scopo nelle loro vite, nonché armonia nelle loro famiglie. Potevano vedere quanto buona fosse la Fallun Dafa per la società.

Potevano solo supporre che la leadership del Pcc dovesse essere stata male informata su cos’è la Falun Dafa e che avessero semplicemente commesso in errore.

Con un così grande numero di persone riunite in città, i praticanti hanno avuto l’opportunità, se avessero voluto farlo, di creare disordini. Invece, si sono comportati in modo pacifico e razionale, si sono tranquillamente presentati alla polizia, che li ha radunati.

Per circa i due anni successivi, ogni giorno a centinaia andavano in piazza Tiananmen dove facevano la meditazione o tenevano striscioni con scritto «la Falun Dafa è buona».

I praticanti hanno tranquillamente messo a rischio le loro vite, rischiando l’arresto, il lavaggio del cervello e la tortura per raggiungere la leadership del Partito e cercare di cambiare le loro menti. Hanno risposto con la gentilezza a quei leader che hanno cercato di distruggerli.

Una persona alla volta

Dopo due anni, i praticanti hanno smesso di andare in Piazza Tiananmen. Esporsi quotidianamente all’arresto non aveva apparentemente avuto effetti sul cambiare la volontà del Pcc di perseguitarli.

Invece, i praticanti hanno iniziato a informare i loro parenti, amici, vicini di casa e colleghi. La società cinese è stata bombardata per due anni con la propaganda piena di odio. I praticanti della Falun Dafa hanno cercato di chiarire la verità ai cinesi sulle bugie del Pcc.

Nel fare tutto questo, i praticanti hanno ancora una volta rischiato tutto. Una conversazione con un vicino di casa o con un collega avrebbe potuto portare la polizia ad arrestare il praticante. Essere arrestato avrebbe certamente significato essere picchiato e probabilmente essere sottoposto a più gravi torture, in carcere o in caso di trasferimento in un centro di lavaggio del cervello o in campo di lavoro. L’infermità o la morte potrebbero essere stati ad un passo di distanza.

Eppure, i praticanti hanno iniziato a stampare volantini, libretti, cd da distribuire. I materiali parlavano di cos’è la Falun Dafa, smontavano la propaganda del regime e descrivevano la persecuzione a cui i praticanti erano sottoposti.
Nel 2004, Epoch Times ha pubblicato una serie di editoriali chiamati i Nove commentari sul Partito comunista cinese. La serie fornisce la storia senza censura dei crimini del Pcc e descrive la natura del Partito – che cos’è e perché si comporta in quel modo.

I Nove commentari sul Partito comunista cinese si concludono con queste parole: «Solo senza il Partito comunista cinese ci sarà una nuova Cina.

Solo senza il Partito comunista cinese la Cina potrà sperare.

Senza il Partito comunista cinese, il popolo cinese, retto e di buon cuore, ricostruirà la storica magnificenza della Cina».

I praticanti della Falun Dafa hanno iniziato a diffondere i Nove commentari in Cina e hanno chiesto ai cinesi di abbandonare qualsiasi associazione con il Pcc o con le sue organizzazioni affiliate.
Le dichiarazioni di dimissioni dal Pcc possono essere anonime. Il motivo di simili dichiarazioni non è quello di opporsi pubblicamente al Partito. Al contrario, una persona redige una pacifica dichiarazione di coscienza.
Nel dissociarsi dal Partito, i cinesi riconoscono l’enorme male fatto dal Pcc e prendono le distanze da queste malvagità: secondo alcune stime, 80 milioni di cinesi sono morti di morte innaturale mentre il Pcc era al potere.
L’atto di dimissioni priva il Partito dell’autorità morale di governare, una persona alla volta, mentre risveglia nei cinesi la determinazione a vivere una vita morale. Ad oggi, 140 milioni di cinesi si sono dimessi dal Partito.

Battaglia ideologica

Sebbene il Pcc non abbia mai temuto che la Falun Dafa fosse la reincarnazione dei Boxers, il suo leader temeva che la Falun Dafa potesse rappresentare una minaccia.
In una lettera fatta circolare tra i vertici del Partito la notte del 25 aprile 1999, Jiang Zemin descrisse la Falun Dafa come «una sorta di organizzazione nazionale». I funzionari del Pcc avevano stimato che 70 milioni di persone stavano praticando la Falun Dafa in quel momento, mentre i praticanti credevano che il numero fosse di 100 milioni.
In ogni caso, il Pcc non ha mai permesso nella sua storia che un gruppo esistesse in modo indipendente dal Partito. È nel Dna del Partito sopprimere qualsiasi cosa vada fuori dal suo controllo.
Anche solo per questo motivo, la persecuzione della Falun Dafa era inevitabile, sebbene abbia avuto inizio il 20 luglio 1999, o in un’altra data.

Nella visione di Jiang, un’altra considerazione ha reso il bisogno della persecuzione ancora più urgente.
«Dobbiamo mantenere l’educazione dei funzionari e delle persone incentrata su una corretta visione del mondo, della vita e dei valori», ha scritto Jiang. «È possibile che il marxismo e l’ateismo in cui crediamo, non possano trionfare sulle cose diffuse dal Falun Gong?».

Per Jiang, il Partito era già impegnato in una battaglia ideologica con la Falun Dafa. Temeva che il popolo cinese, lasciato libero di scegliere, avrebbe preferito gli insegnamenti della Falun Dafa al materialismo e all’ateismo del Partito.
I praticanti della Falun Dafa hanno cambiato il loro sistema dal cercare di cambiare i cuori e le menti della leadership del Partito a quella di informare il popolo cinese sulla Falun Dafa e sulla persecuzione e cercare di dissolvere pacificamente il Pcc.

All’interno di questo cambiamento di tattica, c’è stata una compattezza uniforme da parte dei praticanti. Hanno cercato di vivere secondo i principi della Falun Dafa – verità, compassione e tolleranza, o sopportazione.
La volontà dei praticanti di sopportare ha reso possibile la loro pazienza, razionalità e gentilezza nei confronti sia dei funzionari del Pcc che dei cinesi. Hanno risposto alla violenza e all’odio con una tolleranza esemplare.

The Epoch Times, 22 Luglio 2013

English Version:
http://www.theepochtimes.com/n3/protesting-14-years-of-persecution/

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