Washington ammonisce Pechino per gli abusi contro Uiguri e Tibetani.

Arriva da Washington l’ennesimo ammonimento internazionale nei confronti della Cina per le violazioni dei diritti umani perpetrate ai danni delle minoranze uigura e tibetana. È stato pubblicato in data 13 aprile, infatti, dal Dipartimento di Stato Americano, l’annuale report inerente alle violazioni dei diritti umani nel mondo.

Secondo quanto riportato dalle fonti ufficiali, l’hanno 2015 è stato caratterizzato da gravi repressioni per quanto concerne la libertà di parola, religione, associazione e riunione in entrambe le regioni autonome, di fatto sotto la stretta della dittatura cinese.

“ Queste minoranze devono tuttora far fronte a gravi restrizioni di movimento. I funzionari hanno inoltre approvato procedure giudiziarie velocizzate e in alcuni casi anche processi di massa per gli uiguri sospettati di terrorismo. Le violazioni, in queste aree, raggiungono un picco durante eventi di alto profilo, come la visita di funzionari stranieri, incontri nazionali, commemorazioni e processi di alto profilo”.

Vengono inoltre denunciate l’impossibilità di far ricorso ufficiale contro gli abusi, in particolare contro gli omicidi extragiudiziali, esecuzioni avvenute in assenza di un giusto processo per persone accusate di mettere in pericolo la sicurezza dello nazione o di separatismo, detenzioni illegali prolungate presso i laogai, tortura e coercizione confessioni dei prigionieri, controllo politico di tribunali e giudici, l’uso della detenzione amministrativa e le vessazioni nei confronti degli avvocati che hanno in carico casi “sensibili” (si veda CINA: revocata la licenza all’avvocato Pu Zhiqiang, non potrà più entrare in tribunale) , giornalisti (come nel caso di Ursula Gauthier), scrittori e accademici (si ricordi il caso di Ilham Tohti Cina, ergastolo a Ilham Tohti intellettuale dissidente., blogger,firmatari e coloro che sono stati accusati di aver tenuto un comportamento ritenuto “inaccettabile” dal governo cinese. Il report prosegue prendendo spunto da una ricerca condotta dal TAR’s Higher People’s Court, alto organo tibetano, secondo il quale l’accesso dei giornalisti al proprio suolo sarebbe più difficoltoso rispetto a quello coreano.

I giornalisti devono, infatti, essere muniti di permesso per essere guidai esclusivamente da una guida accreditata che mostrerà solo il lato positivo della regione autonoma, nascondendone gli abusi.

Non restano infine inosservate le auto immolazioni dei monaci tibetani, veri e proprio atti di protesta contro l’oppressione politica e religiosa del gigante rosso, il quale sta implementando le proprie forze di polizia al fine di punire amici, parenti e conoscenti dei monaci che fanno uso di tale pratica, perseguibile secondo legge per “omicidio intenzionale”.

M. R. Laogai Research Foundation Italia ONLUS,17/04/2016

Report : U.S. Departement of State

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