«Yuan, nessun cambiamento a breve termine»
La decisione degli Stati Uniti di ritardare la pubblicazione di un rapporto sul mercato valutario, non significa che la Cina modificherà le proprie politiche monetarie nel breve termine. È il commento di un influente economista del governo di Pechino, a pochi giorni dalla telefonata tra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao, che hanno concordato un incontro alla Casa Bianca i prossimi 12 e 13 aprile. Con il conseguente stop al rapporto, che doveva essere reso pubblico il 15 aprile.
«Penso che sia un segnale positivo da parte di Washington - ha spiegato Huo Jianguo, che dirige il think tank del ministero del Commercio -, ma non credo che questo comporterà modifiche sostanziali alla nostra valuta nel breve termine. Prima di procedere a dei cambiamenti è necessario verificare la stabilità della ripresa delle nostre esportazioni, e considerare le conseguenze che uno yuan più forte potrebbe comportare sulle imprese». Anche altri economisti, riferisce l’agenzia Reuters, avevano spiegato al Quotidiano del Popolo cinese - prima dell’annuncio da parte degli Stati Uniti - che il deficit della bilancia commerciale degli Usa non è, a loro avviso, provocato dal cambio con la moneta di Pechino.
Nel duello di dichiarazioni a distanza, va segnalato anche l’intervento di Robert Gibbs, portavoce della Casa Bianca, che ieri ha confermato l’intenzione del governo americano di convincere la Cina a lasciare decidere al mercato il livello di riferimento dello yuan.
Fonte: valori.it, 9 aprile 2010
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